Linea dura del Papa rimosso, il vescovo che copriva i pedofili

Linea dura del Papa rimosso, il vescovo che copriva i pedofili
di Franca Giansoldati
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Venerdì 26 Settembre 2014, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 08:52
CITTA' DEL VATICANO - Il repulisti dei vescovi-orchi (iniziato ai tempi di Ratzinger) va avanti meticoloso.





Papa Bergoglio, ieri mattina, ha annunciato di avere preso un'altra «gravosa decisione», dopo gli arresti domiciliari all'ex nunzio Wesolowski, rimuovendo dal governo della diocesi di Ciudad del Este, la seconda città del Paraguay, monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano. Motivi? «Serie ragioni pastorali» informava una nota vaticana assai scarna di particolari. Di sicuro se non fossero state serie le ragioni di Francesco non sarebbe successo nulla e avrebbe lasciato tutto come prima. Invece lo scandalo paraguaiano era un po' che dava grattacapi alla Santa Sede per le voci terribili che persistevano, scuotendo nel profondo la Chiesa locale; accuse, contro accuse, calunnie, denunce. Persino liti in diretta sulle televisioni locali. Il vescovo silurato da Bergoglio costituiva un motivo di scandalo per i fedeli, i quali si chiedevano come mai un caso così eclatante per scorrettezza e omertà potesse venire tollerato ancora da Roma.



LE ACCUSE

Le imputazioni stavolta non riguardano tanto gli abusi – come nel caso Wesolowski, l'arcivescovo che verrà processato in Vaticano tra qualche mese – ma la corresponsabilità per avere coperto il vicario generale della diocesi accusato, invece, di pedofilia, di abusi su minori e di malversazioni. Su una tv locale, nel corso di un programma in diretta, era stato spiegato che il vescovo aveva fornito coperture al vicario generale, invece che rimuoverlo e punirlo per i crimini commessi come avrebbe dovuto, perché legato a lui da una profonda amicizia, insinuando anche qualcosa di più. La situazione nel frattempo era deflagrata all'interno dell'episcopato paraguaiano, spaccatosi in due, tra sostenitori e detrattori di monsignor Livieres Plano. Papa Bergoglio, dopo avere ascoltato il parere della Segreteria di Stato, qualche mese fa ha deciso di inviare in loco il suo amico cardinale spagnolo Santos Abril Y Castello, al quale ha dato carta bianca per potere interrogare chiunque e farsi così una idea.



LE VERIFICHE

Il porporato dopo un mese di soggiorno in Paraguay è tornato a Roma e scritto un rapporto choc a Sua Santità, mettendo in evidenza il nodo della questione: e cioè l'atteggiamento omertoso del vescovo nei confronti del suo amico sacerdote. Secondo le regole avrebbe dovuto immediatamente denunciare il prete orco a Roma per i «crimini gravissimi» commessi, legati agli abusi su minori. Invece che lasciarlo al suo posto e difenderlo dalle accuse, noncurante dello scandalo che nel frattempo stava causando. La diocesi nel frattempo è stata commissariata. I danni fatti, spiegano in Vaticano, sono enormi. I più profondi a livello di immagine e credibilità dell'istituzione intera. Bergoglio ha chiesto ai fedeli paraguaiani scusa, chiedendo di accogliere i suoi provvedimenti con spirito di obbedienza, docilità e fede». Quanto al vicario generale della diocesi accusato di abusi verrà presto giudicato dai magistrati paraguaiani (oltre che a Roma dal tribunale dell'Ex sant'Uffizio).



LE INDAGINI

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti vaticani c'è sempre il caso dell'ex nunzio e arcivescovo Jozef Wesolowski, da due giorni agli arresti domiciliari in Vaticano per abusi sui minori e possesso di materiale pedopornografico. Al setaccio vengono passati gli anni in cui il 66/enne presule polacco ha prestato la propria opera in precedenza, cioè nelle missioni diplomatica della Santa Sede, dall'Africa meridionale al Tagikistan, fino alla nunziatura della Repubblica Dominicana.