Il Papa nomina due parroci alla guida delle arcidiocesi di Bologna e Palermo, tra le maggiori d'Italia

Il Papa nomina due parroci alla guida delle arcidiocesi di Bologna e Palermo, tra le maggiori d'Italia
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Martedì 27 Ottobre 2015, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 12:37
Papa Francesco ha scelto due parroci per la guida di due tra le maggiori arcidiocesi italiane, come quelle di Bologna e Palermo: monsignor Matteo Maria Zuppi, finora vescovo ausiliare di Roma, per quella emiliana e don Corrado Lorefice, parroco di Modica nella diocesi di Noto, per quella siciliana.



Matteo Maria Zuppi è nato a Roma l'11 ottobre 1955; è stato ordinato presbitero per la diocesi di Palestrina il 9 maggio 1981 ed incardinato a Roma il 15 novembre 1988 dal Cardinale Ugo Poletti. Nel 2006 è stato insignito del titolo di Cappellano di Sua Santità. Tanti gli incarichi svolti - informa il Vaticano - rettore della Chiesa di S. Croce alla Lungara dal 1983 al 2012; membro del Consiglio Presbiterale dal 1995 al 2012; vice parroco di Santa Maria in Trastevere dal 1981 al 2000; dal 2000 al 2010 ne è divenuto parroco; dal 2005 al 2010 Prefetto della III Prefettura di Roma; dal 2000 al 2012 Assistente Ecclesiastico Generale della Comunità di Sant'Egidio; dal 2010 al 2012 Parroco della parrocchia dei SS. Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela e dal 2011 al 2012 Prefetto della XVII Prefettura di Roma. Nominato Vescovo titolare di Villanova e Ausiliare di Roma il 31 gennaio 2012, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 14 aprile dello stesso anno.



Don Corrado Lorefice è nato a Ispica (Ragusa) il 12 ottobre 1962. È stato ordinato diacono il 26 settembre 1986 e presbitero il 30 dicembre 1987, incardinandosi alla diocesi di Noto. Nel dicembre 2009 ha conseguito il Dottorato in Teologia. Ha svolto tantissimi incarichi pastorali. Tra questi, nel 1988-1989 è stato economo del seminario vescovile; 1989-2008: Vicerettore del Seminario; 1988-2009: Docente di Teologia Morale all'Istituto Superiore di Scienze religiose «G. Blandini» di Noto; 1990-1997: direttore del centro diocesano per le vocazioni; 1997-2007: Direttore del centro regionale per le vocazioni e Membro del Consiglio del centro nazionale per le vocazioni; diocesano; 2009-2010: Amministratore parrocchiale di «San Pietro Apostolo» di Modica; dal 2010-2014 è stato vicario episcopale per il clero; dal 2010-2013: Docente di Teologia morale all'Istituto Superiore di Scienze religiose 'San Metodiò di Siracusa. Dal 2010 ad oggi è stato parroco di 'San Pietro Apostolò e vicario foraneo del Vicariato di Modica; Sempre dal 2010 ad oggi Docente presso lo Studio Teologico 'San Paolò di Catania; dal 2014 ad oggi: vicario episcopale per la Pastorale.



ODORE DI PECORE

«Quanto odore di pecore nelle nuove nomine episcopali di Papa Francesco per Palermo e Bologna! Auguri a don Matteo Zuppi e a don Corrado Lorefice!». È quanto scrive sul suo profilo Facebook padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, commentando le nomine di oggi dei due nuovi arcivescovi nel capoluogo siciliano e in quello emiliano e ricordando il desiderio di Francesco che i pastori della Chiesa abbiano «l'odore delle pecore». «Palermo ha un nuovo pastore, mons.
Corrado Lorefice, parroco, vicino a don Puglisi e ammiratore e studioso di Lercaro e Dossetti», sottolinea poi Spadaro su Twitter. E ancora: «Auguri a mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. A Roma ci mancherà il suo autentico cuore di pastore».




L'OSSERVATORE ROMANO

«È possibile concentrare la figura del vescovo, nel pensiero di papa Francesco, in un'immagine nettamente pastorale: quella del pastore con l'odore delle pecore e il sorriso di padre». Padre Diego Fares, gesuita argentino che conosce Bergoglio dagli anni '70, lo ha scritto nel volume 'Il profumo del pastore' che il Pontefice ha voluto regalare ai padri sinodali. L'Osservatore Romano riporta ampi stralci di uno dei capitoli emblematici del volume del gesuita argentino. In un passaggio, padre Fares ricorda un aneddoto legato ai 'pastori con l'odore delle pecore'. «Durante la formazione ricevuta come studenti gesuiti, il nostro Colegio Maximo - scrive padre Fares - ha preso nuova vita come casa di formazione, e il discorso delle pecore divenne realtà, sia nella tenuta agricola che nell'attività apostolica delle cappelle». Racconta padre Fares: «nella tenuta agricola avevamo comprato pecore, mucche e maiali, avevamo ricuperato alveari residui di periodi precedenti e anche coltivato un bellissimo orto. Noi studenti ci dedicavamo al lavoro e allo studio, e l'odore dei maiali rendeva quello delle pecore, letteralmente, più gradevole. Mi ricordo di un compagno che, passeggiando per l'orto del nostro Colegio Máximo, ha visto che Bergoglio, nostro rettore, stava aiutando una pecora a partorire. Sorpreso, il mio compagno gli ha offerto il suo aiuto».
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