Il Papa: «Genitori separati, non usate figli come ostaggio»

Il Papa: «Genitori separati, non usate figli come ostaggio»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 20 Maggio 2015, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 15:00
CITTA' DEL VATICANO - Città del Vaticano Papà e mamme latitanti, proprio così. Bergoglio dice proprio così. Latitanti, nel senso che troppo spesso si nascondono, fuggendo dai loro ruoli educativi, lasciando ad altri soggetti il ruolo di far crescere in umanità i propri figli.

I padri, col tempo, sembrano avere abdicato ad esercitare l'autorità; le madri, invece, spesso travolte da impegni di lavoro e casalinghi, limitano il ruolo ad una mamma-organizzatrice.



Papa Francesco ha voluto dedicare anche questa udienza generale alla famiglia, nucleo centrale della società, concentrandosi sul mestiere più difficile del mondo: fare i genitori. “Oggi parleremo di una questione essenziale della famiglia ossia la sua naturale vocazione a educare i figli perché crescano nella responsabilità di sé e degli altri. Sembrerebbe una constatazione ovvia, eppure anche ai nostri tempi non mancano le difficoltà.



E’ difficile educare per i genitori che vedono i figli solo la sera, quando ritornano a casa stanchi. E’ ancora più difficile per i genitori separati, che sono appesantiti da questa loro condizione”. Già, il mestiere di genitore è diventato sempre più difficile, a volte sembra una vera e propria corsa a ostacoli. Le fatiche quotidiane hanno fatto fare un passo indietro alle mamme e ai papà, facendo avanzare gli specialisti: pedagogisti, terapeuti, psicologi. Insomma “intellettuali “critici” di ogni genere, annota Bergoglio, hanno zittito i genitori in mille modi, per difendere le giovani generazioni dai danni – veri o presunti – dell’educazione familiare. “La famiglia è stata accusata, tra l’altro, di autoritarismo, di favoritismo, di conformismo, di repressione affettiva che genera conflitti”.



Bergoglio affonda la lama in una piaga. Di fatto, si è aperta una frattura tra famiglia e società, e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi perché è stata minata la fiducia reciproca”. I sintomi sono molti. Per esempio, nella scuola sono stati intaccati i rapporti tra i genitori e gli insegnanti. Il Papa precisa: “A volte ci sono tensioni e sfiducia reciproca; e le conseguenze naturalmente ricadono sui figli. D’altro canto, si sono moltiplicati i cosiddetti “esperti”, che hanno occupato il ruolo dei genitori anche negli aspetti più intimi dell’educazione. Sulla vita affettiva, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli “esperti” sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi. Privati del loro ruolo, essi diventano spesso eccessivamente appesantiti e possessivi nei confronti dei loro figli, fino a non correggerli mai.



Tendono ad affidarli sempre più agli “esperti”, anche per gli aspetti più delicati e personali della loro vita, mettendosi nell’angolo da soli; e così i genitori corrono il rischio di autoescludersi dalla vita dei loro figli.
E questo è gravissimo!” Come siamo arrivati a questo punto? “Non c’è dubbio – predica Francsco - che i genitori, o meglio, certi modelli educativi del passato avevano alcuni limiti. Non c'è dubbio! Ma è anche vero che ci sono sbagli che solo i genitori sono autorizzati a fare, perché possono compensarli in un modo che è impossibile a chiunque altro. D’altra parte, lo sappiamo bene, la vita è diventata avara di tempo per parlare, riflettere, confrontarsi. Molti genitori sono sequestrati dal lavoro, papà e mamma devono lavorare, e da altre preoccupazioni, imbarazzati dalle nuove esigenze dei figli e dalla complessità della vita attuale, e si trovano come paralizzati dal timore di sbagliare. Il problema, però, non è solo parlare. Anzi, un 'dialoghismo' superficiale non porta a un vero incontro della mente e del cuore. Chiediamoci piuttosto: cerchiamo di capire dove i figli veramente sono nel loro cammino? Dov’è realmente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere? Siamo convinti che essi, in realtà, non aspettano altro?” Sono domande aperte, Francesco vuole aprire un dibattito da qui ad ottobre, quando si aprirà il sinodo sulla Famiglia.
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