Il Papa: la tortura è peccato mortale, i cristiani si impegnino per abolizione nel mondo

Il Papa: la tortura è peccato mortale, i cristiani si impegnino per abolizione nel mondo
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Domenica 22 Giugno 2014, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 16:04

Il 26 giugno prossimo ricorrer la Giornata delle Nazioni Unite per le vittime della tortura - ha detto oggi Papa Francesco durante l'Angelus - In questa circostanza ribadisco la ferma condanna di ogni forma di tortura e invito i cristiani ad impegnarsi per collaborare alla sua abolizione e sostenere le vittime e i loro familiari. Torturare le persone è un peccato mortale, è un peccato molto grave».

Il Papa: la nostra esistenza sia pane spezzato per gli altri. «La festa del Corpus Domini invita tutti a farsi "pane spezzato" per gli altri. La nostra vita così si fa dono - ha detto il Papa - Gesù sottolinea che non è venuto in questo mondo per dare qualcosa, ma per dare sè stesso, la sua vita, come nutrimento per quanti hanno fede in Lui. Questa comunione con il Signore impegna noi, suoi discepoli, ad imitarlo, facendo della nostra esistenza un pane spezzato per gli altri, come il Maestro ha spezzato il pane che è la sua carne».

Il Papa ha evidenziato che ogni volta che partecipiamo alla Messa e facciamo la Comunione, «la presenza di Gesù e dello Spirito Santo in noi agisce, plasma il nostro cuore» e questo ci aiuta ad assumere comportamenti coerenti con il Vangelo, come «la docilità alla Parola di Dio, la fraternità tra di noi, il coraggio della testimonianza cristiana, la fantasia della carità, la capacità di dare speranza agli sfiduciati, di accogliere gli esclusi» È solo la carità di Cristo, accolta con cuore aperto a renderci capaci di amare non secondo la misura umana, sempre limitata, ma secondo la misura di Dio, cioè senza misura. La misura di Dio- è amare senza misura».

«Non è facile amare chi non ci ama - ha aggiunto il Papa parlando"a braccio" - se sappiamo che una persona non ci vuole bene siamo portati a fare altrettanto e invece dobbiamo amare anche chi non ci vuole bene».

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