Messa a Seul, poi il Papa torna a Roma. «Unità per le Coree, impegno per i disagiati»

Messa a Seul, poi il Papa torna a Roma. «Unità per le Coree, impegno per i disagiati»
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Lunedì 18 Agosto 2014, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 19:45

Cinque giorni, cinque localit, dieci discorsi, un successo gli incontri con i giovani a Daejon e Hemi. Mano tesa alle culture e Stati asiatici per un dialogo non solo diplomatico, guardando alla Cina e alla Corea del Nord. Forte appoggio alla Chiesa coreana fondata dai laici. Indicazioni pastorali nel senso della solidarietà, inclusione, sostegno ai più deboli della società: si è concluso il viaggio del Papa in Corea, terzo pellegrinaggio apostolico fuori dei confini italiani dopo quelli a Rio e in Terrasanta.

L'aereo papale è decollato dalla base aerea di Seul alle 13 ora locale, quando in Italia erano le sei del mattino. Il rientro all'aeroporto romano di Ciampino, dopo 11 ore di volo, è previsto intorno alle 17,45 ora italiana.

Nell'ultimo giorno nella capitale sudcoreana, il Papa ha celebrato una messa nella cattedrale di Myeong-dong, costruita nel luogo di preghiera delle prime comunità cristiane sin dal 1784. La messa era specificamente intitolata «per la pace e la riconciliazione», per il desiderio di Papa Francesco di affidare il problema della divisione del popolo coreano in due Stati prima di tutto alla preghiera e alla buona volontà delle persone e dei popoli.

La divisione tra le due Coree. Papa Bergoglio ha ricordato «la divisione e il conflitto che dura da oltre sessanta anni», ricollegandola alla lettura biblica del giorno, che parla della «promessa di Dio di restaurare nell'unità un popolo disperso dalla sciagura e dalla divisione».

«Il dono della riconciliazione, dell'unità e della pace - ha osservato Papa Francesco - richiede anche una trasformazione del cuore che può cambiare anche il corso della nostra vita e della nostra storia, come individui e come popolo».

L'arcivescovo di Seul, cardinale Andrew Yeom Soo-jung, salutando il Papa in cattedrale, gli ha chiesto «di pregare per noi - ha detto il porporato - affinché ci impegniamo per realizzare la piena pace nella nostra penisola e nel mondo». E lo ha ringraziato perché «in ciascun momento - ha detto il cardinale - lei ha mostrato l'aspetto migliore della Chiesa».

Subito prima di celebrare la messa, il Papa ha incontrato, nel palazzo della vecchia curia, un gruppo di leader religiosi coreani.

«No alla cultura del sospetto, attenzione ai disagiati». Il Papa ha invitato a «respingere con fermezza una mentalità fondata sul sospetto, sul contrasto e sulla competizione, e a favorire piuttosto una cultura plasmata dall'insegnamento del Vangelo e dai più nobili valori tradizionali del popolo coreano». Ha inoltre chiesto «impegno evangelico per i disagiati, per gli emarginati, per quanti non hanno lavoro o sono esclusi dalla prosperità di molti».

Il Papa ha inviato un telegramma al presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, nel momento in cui l'aereo papale sorvolava la Cina: «Ritornando a Roma dopo la mia visita in Corea - si legge nel telegramma - desidero rinnovare a lei eccellenza e ai suoi cittadini l'assicurazione dei miei migliori voti, e invoco la divina benedizione sulla sua terra».

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