«È stato un attimo, ci siamo guardate tra noi, un cenno con la testa. Quando abbiamo visto che intorno al Papa si allentava la sicurezza vaticana siamo partite. A razzo, imprendibili. Non ci avrebbe fermato nessuno in quei pochi metri che ci separavano dalla sedia del Papa».
Parla suor Giuliana, indonesiana ma ormai italiana non solo per l'abito religioso. È una suora passionista, una delle monache di clausura napoletane che sabato, in Cattedrale, hanno assediato Bergoglio. Nel convento a via San Giacomo dei Capri, dove vive insieme ad altre undici consorelle, il giorno dopo racconta quel minuto di inatteso fuori programma. Con lei, sabato pomeriggio c'erano anche madre Bernardette, suor Cornelia, suor Firmina e suor Brigida, tutte del monastero di clausura dell'ordine di Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, suore passioniste. Tutte insieme hanno travolto la sicurezza.
Queste Sister Act di casa nostra si sono fatte un baffo della pur fervida fantasia del regista Emile Ardolino che mise in scena la suora svitata ma intelligente che trascinò le consorelle a ritmo di jazz in un casinò americano.