Papa Francesco, importante passo diplomatico: riceverà il primo ministro del Vietnam

Papa Francesco, importante passo diplomatico: riceverà il primo ministro del Vietnam
di Franca Giansoldati
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Sabato 11 Ottobre 2014, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 07:24
Ormai manca poco. Papa Francesco sta per mettere a segno un successo diplomatico non indifferente. La normalizzazione delle relazioni diplomatiche con il Vietnam.



Si tratta di compiere l’ultimo miglio ma la meta è all’orizzonte. Il prossimo 18 ottobre verrà ricevuto in Vaticano il primo ministro della Repubblica Socialista del Vietnam, Nguyen Tan Dung. La notizia è stata diffusa dalla Santa Sede in mattinata senza alcun dettaglio.



Eppure la visita in Vaticano del premier vietnamita segna un passaggio destinato ad avere grande peso. I colloqui, infatti, serviranno a definite meglio le cornici normative per la regolarizzazione dei rapporti tra i due Stati e, di conseguenza, per la regolamentazione della presenza della Chiesa cattolica in Vietnam all’insegna del diritto alla libertà religiosa.



Il cammino diplomatico iniziato all’epoca di Giovanni Paolo II ha avuto periodi difficili, procedendo tra alti e bassi, incomprensioni reciproche, fino al giro di boa sotto Papa Bergoglio. Merito anche dell’arrivo in segreteria di Stato del cardinale Parolin che, proprio sotto il pontificato di Wojtyla, da sottosegretario agli esteri, ricevette il mandato di tessere la tela e creare le condizioni per arrivare ad un accordo.



Agli inizi di settembre, ad Hanoi, si è tenuto il quinto incontro di un gruppo di lavoro congiunto tra Santa Sede e Vietnam. Una riuione servita ad approfondire diversi punti sensibili, a cominciare dalla questione dei risarcimenti e delle nomine episcopali.



Per la politica della Chiesa in Asia il ristabilimento delle relazioni con il Vietnam resta cruciale. Francesco ha fatto arrivare ad Hanoi diversi messaggi, incoraggiando la comunità cattolica a lavorare per il bene comune, per lo sviluppo del Paese, per migliorare le condizioni sociali della popolazione.



Il Vietnam, grande poco più dell’Italia, abitato da 85 milioni di persone, conta circa 6 milioni di cattolici. Una comunità piena di vita nonostante le persecuzioni subite. Tra il XVII secolo e il XIX secolo vengono emanati 53 editti contro i cristiani. Ma è da quando si è instaurata la Repubblica Socialista vietnamita il partito comunista ha esercitato sui cristiani una dura repressione.



I missionari e il clero straniero sono stati espulsi, sono state imposte limitazioni alla libertà di culto dei cristiani, molti sacerdoti sono finiti nei campi di concentramento. Il regime, da allora, ha bloccato le nuove ordinazioni di vescovi, nei seminari è stato imposto un numero chiuso.



Molto colpita anche la comunità dei Montagnard, un gruppo cristiano minoritario residente nel nord. Sono sempre stati sospettati dai comunisti di aver appoggiato gli Usa durante la guerra. Da decenni i gruppi montagnard, protestanti e cattolici, subiscono la persecuzione da parte del governo vietnamita.



Oggi, il governo ha reso meno stringenti i controlli e anche ai vescovi è concessa maggiore libertà di movimento. Inoltre, le strutture caritative possono svolgere con più facilità le proprie opere in favore della popolazione. La situazione resta comunque difficile, come ribadiscono, tra l’altro, i rapporti dell’Associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
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