Papa Francesco a Redipuglia: «Troppi interessi dietro ai conflitti»

Papa Francesco a Redipuglia: «Troppi interessi dietro ai conflitti»
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Sabato 13 Settembre 2014, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 12:35

Dal nostro inviato Franca Giansoldati

REDIPUGLIA - Papa Francesco tuona contro la guerra, la violenza cieca, le morti inutili e strazianti di persone inermi. Al santuario di Redipuglia, davanti alla memoria di una moltitudine di vittime sacrificate per "la follia" della Prima Guerra Mondiale, Bergoglio si fa interprete di un grido profetico. Punta il dito contro i mercanti d'armi, i trafficanti senza scrupoli, le politiche animate da un cinico obiettivo: mettere in moto lo sviluppo economico, far ridecollare l'economia.

"Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge.

Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione!" Bergoglio e' visibilmente commosso e nella omelia preparata per la commemorazione della Grande Guerra si concentra della dimensione evangelica e spirituale della pace.

Davanti a lui c'e' il memoriale dei 100mila soldati fatto costruire dal Duce nel 1938. Il monumento è al centro di un parco di oltre 100 ettari che comprende una parte del Carso teatro di sanguinose battaglie sul fiume Isonzo. "Mai più la guerra!". Bergoglio torna a parlare del rischio di una terza guerra mondiale, esattamente come ha fatto di ritorno dalla Corea. "La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustificati da un’ideologia; ma prima c’è la passione, c’è l’impulso distorto. L’ideologia è una giustificazione, e quando non c’è un’ideologia, c’è la risposta di Caino: “A me che importa?”. E' il fantasma di Caino che fa ritorno, la cui ombra si allunga anche a Redipuglia.

Papa Bergoglio insiste: " La guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà…A me che importa?”. Sopra l’ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: “A me che importa?”. Tutte queste persone, i cui resti riposano qui, avevano i loro progetti, i loro sogni…, ma le loro vite sono state spezzate. L’umanità ha detto: “A me che importa?”. Una denuncia pesantissima contro il cinismo che alimenta la guerra, ogni guerra. Al termine della messa celebrata sotto la pioggia il Papa ha ripreso la via del ritorno, ma prima ha voluto consegnare ai vescovi e agli ordinari militari una copia della lampada di San Francesco. Una lampada e' stata donata anche al ministro della Difesa, Roberta Pinotti.