Il Papa in udienza accusa la Curia:
«Chiedo scusa per gli scandali»

Il Papa in udienza accusa la Curia: «Chiedo scusa per gli scandali»
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Lunedì 22 Dicembre 2014, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 18:02
Una serie di malattie e un invito alla riflessione, penitenza e confessione in questi giorni che separano dal Natale. Questi i punti cardine del discorso di Papa Francesco durante l'udienza ai dipendenti della Santa Sede e del Governatorato per gli auguri di Natale.



Le «malattie» della Curia

Il Pontefice ha elencato una serie di malattie della curia: la prima è «sentirsi immortali, immuni da difetti, trascurando i controlli»: un corpo che non fa «autocritica, non aggiorna e non cerca di migliorarsi, è un corpo infermo», ha spiegato, suggerendo una «ordinaria visita ai cimiteri, dove vediamo i nomi di tante persone che si consideravano immuni e indispensabili».



La seconda è la «malattia del martalismo, che viene da marta, la malattia della eccessiva operosità», di coloro che «si immergono nel lavoro trascurando inevitabilmente la parte migliore, il sedersi ai piedi di Gesù». «Trascurare il necessario riposo - ha aggiunto il Papa, citando il libro del Quelet quando dice che c'è un tempo per ogni cosa - porta allo stress e alla agitazione». Per questo un «tempo di riposo da trascorrere con i familiari è necessario», come necessario è «rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica».



La terza malattia della Curia è quella «dell'impietrimento mentale e spirituale», «il cuore di pietra e duro collo di coloro che strada facendo perdono serenità interiore, audacia e si nascondono sotto le carte diventando macchine di pratiche e non uomini di Dio». Ma perdere la sensibilità umana «è pericoloso - precisa il Pontefice - ed è la malattia di coloro che perdono i sentimenti di Gesù, il cuore col tempo si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il padre e il prossimo, essere cristiani infatti significa avere gli stessi sentimenti di distacco, donazione e generosità di Gesù».



Infine, anche eccessiva pianificazione e funzionalismo sono una malattia secondo Papa Francesco: «quando l'apostolo - osserva - pianifica tutto minuziosamente e crede che le cose progrediscono diventando così un contabile e un

commercialista: preparare tutto e bene è necessario, ma senza voler mai richiudere e pilotare la libertà dello Spirito che è più generosa di ogni pianificazione».



I sacerdoti

«Una volta - ha detto il Papa alla curia - ho letto che i sacerdoti sono come gli aerei, fanno notizia solo quando cadono, ma ce ne sono tanti che volano». «Frase simpatica ma molto validà, e pensiamo a quanto male potrebbe causare un solo sacerdote che cade a tutto il corpo della Chiesa». Una critica è stata rivolta dal Papa anche ai malati di protagonismo: «c'era un prete che chiamava i giornalisti per raccontare cose riservate dei confratelli e per lui contava solo vedersi sulle prime pagine dei giornali e così si sentiva potente e

avvincente, poverino».



Anche per questo, Papa Bergoglio ha voluto chiedere scusa per eventuali mancanze personali e della Curia tutta: «Non voglio concludere questo incontro senza chiedervi perdono per le mancanze mie e di miei collaboratori e anche per alcuni scandali che fanno tanto male, perdonatemi», ha concluso il Pontefice.
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