Papa Francesco in Corea: pace e riconciliazione per la porta d’Asia

Papa Francesco in Corea: pace e riconciliazione per la porta d’Asia
di Franca Giansoldati
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Agosto 2014, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 12:04
CITT DEL VATICANO - Papa Bergoglio fa rotta verso Oriente. La Corea del Sud la porta d'ingresso per l'Asia, vale a dire il pi grande bacino d'anime del pianeta. Da questa nazione in fortissima evoluzione, dove la Chiesa sta guadagnando terreno oltre ogni rosea previsione, parte stamattina la lunga marcia di avvicinamento al gigante asiatico. Una priorità del pontificato. A gennaio Francesco sarà nello Sri Lanka e nelle Filippine, e poi si vedrà. Sul tavolo già diverse opzioni.



LA MISSIONE

La strategia è di rivitalizzare l'esempio che un altro gesuita, padre Matteo Ricci, ha lasciato secoli or sono in Cina, puntando su una evangelizzazione capace di calarsi nel tessuto culturale per parlare di amore, di solidarietà e per dare speranza a società altamente competitive al limite della spietatezza. In Corea il cattolicesimo registra un tasso di incremento prodigioso. Nel 1985, a ridosso della visita di Wojtyla, c'erano solo 1,8 milioni di cattolici; nel 1999 erano saliti a 2,9 milioni e oggi rappresentano il 10 per cento su un totale di 50 milioni di abitanti. Un boom che sta ribaltando quella regola antropologica che motiva il decremento dei fedeli laddove prosperano materialismo, consumismo, edonismo. E, invece, stavolta è proprio nella patria del rapper Psy, quello del Gangnam style, che si rovesciano le regole. La quarta economia asiatica per estensione e crescita, ai primi posti mondiali in fatto di avanguardia tecnologica e capacità produttiva, è anche lo specchio della secolarizzazione con un tasso di natalità tra i più bassi al mondo, l'eugenetica che sta per diventare legge, ma, soprattutto, un tasso di suicidi terrificante. Tra i giovani e gli anziani mancano fiducia, speranza, solidarietà, cioè i capisaldi del Vangelo. Nel 2010 ben 15.566 coreani si sono tolti la vita, 33 persone ogni 100 mila. Prima della Corea ci sono Russia e Lituania e, subito dopo il Giappone. Ogni giorno 43 sudcoreani scelgono la morte; è la nazione con il maggior numero di donne suicide. Alla base c'è l'impostazione confuciana di una società uniformata su una concorrenza spietata, aspra, durissima che inizia da piccoli. I vescovi da anni martellano per fare capire che la ricerca economica da sola, senza alcuna considerazione per il lato umano, rischia di fare danni irreparabili. La sacralità della vita e la dignità umana sono stati al centro di reiterati appelli.



IL DIVIETO DEL REGIME

Bergoglio resterà in Corea per 4 giorni. Avrebbe voluto varcare il confine e andare anche al Nord, oltre il 38 parallelo, ma il regime di Kim Jong Un non lo ha permesso. Anzi, ha rifiutato persino ai cattolici di partecipare alle messe papali. Uno schiaffo. Il programma dei 4 giorni è intenso e prevede, momento clou, la celebrazione della Giornata della Gioventù asiatica. Il Papa è atteso come un apostolo di pace e ha un tasso di popolarità fenomenale. Secondo il Pew Research Center l'86 per cento dei coreani ha espresso giudizi entusiastici su di lui. Piace quello che dice, come lo dice e quello che fa. Contro il 66 per cento degli americani. Forse il futuro per la Chiesa incomincia davvero dall'Asia.