Francesco: «Il matrimonio è simbolo della vita reale, non è una fiction»

Papa Francesco in una foto d'archivio
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Domenica 14 Settembre 2014, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 14:26
La guerra una pazzia della quale l'umanit non ha ancora imparato la lezione. Lo ha detto papa Francesco all'Angelus in Piazza San Pietroall'indomani della visita a Redipuglia.



Dopo la Prima Guerra mondiale, ha ricordato «ce n'è stata un'altra mondiale e tante altre sono in corso». «La risposta della guerra fa solo aumentare il male e la morte», ha aggiunto.



Redipuglia. «Ieri sono andato a Redipuglia - ha detto papa Francesco al termine dell'Angelus in Piazza San Pietro - al cimitero austro-ungarico e al Sacrario. Là ho pregato per i morti a causa della Grande Guerra - ha proseguito - I numeri sono spaventosi: si parla di circa otto milioni di giovani soldati caduti e di circa sette milioni di persone civili. Questo - ha detto - ci fa capire quanto la guerra sia una pazzia: una pazzia della quale l'umanità non ha ancora imparato la lezione, perchè dopo di essa ce n'è stata un'altra anch'essa mondiale e tante altre sono ancora in corso. Ma quando impareremo questa lezione? - ha concluso Bergoglio -. Invito tutti a guardare Gesù crocifisso per capire che l'odio e il male vengono sconfitti con il perdono e il bene, per capire che la risposta della guerra fa solo aumentare il male e la morte».



I perseguitati. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa dell'Esaltazione della Croce, papa Francesco all'Angelus ha rivolto il pensiero «con commozione» a «tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo. Questo accade - ha sottolineato - specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata. Accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni - ha aggiunto - Perciò oggi li ricordiamo e preghiamo in modo particolare per loro».



Africa. Papa Francesco ha pronunciato un appello per la pacificazione nella Repubblica Centrafricana e per la «protezione della popolazione civile colpita dal conflitto in corso», incoraggiando la missione dell'Onu che parte domani. «Quanto prima la violenza ceda il passo al dialogo - ha detto - gli opposti schieramenti lascino da parte gli interessi particolari e si adoperino perchè ogni cittadino, a qualsiasi etnia e religione appartenga, possa collaborare per l'edificazione del bene comune».



Il Papa ha ricordato che domani, nella Repubblica Centroafricana, «avrà inizio ufficialmente la Missione voluta dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per favorire la pacificazione del Paese e proteggere la popolazione civile, che sta gravemente soffrendo le conseguenze del conflitto. Incoraggio lo sforzo della Comunità internazionale, che viene in aiuto dei Centroafricani di buona volontà. Che il Signore accompagni questo lavoro per la pace»



Esaltazione della croce. - «Qualche persona non cristiana potrebbe domandarci: perchè esaltare la croce?». È la domanda che si è fatto papa Francesco: «Possiamo rispondere che noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la Croce di Gesù, perchè in essa si è rivelato al massimo l'amore di Dio per l'umanità», ha spiegato. «Perchè è stata necessaria la Croce? - ha quindi proseguito - A causa della gravità del male che ci teneva schiavi. La Croce di Gesù esprime tutt'e due le cose: tutta la forza negativa del male, e tutta la mite onnipotenza della misericordia di Dio». Secondo il Pontefice, «la Croce sembra decretare il fallimento di Gesù, ma in realtà segna la sua vittoria». E «proprio perchè era il Figlio di Dio - ha osservato - Gesù stava lì, sulla croce, fedele fino alla fine al disegno d'amore del Padre. Che cosa vediamo, dunque, quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato? Contempliamo il segno dell'amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce - ha aggiunto - scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza!. Ecco perché la Chiesa esalta la santa Croce - ha concluso - ed ecco perchè noi cristiani benediciamo con il segno della croce».




Papa celebra il matrimonio di 20 coppie. Papa Francesco ha celebrato la messa con il rito del matrimonio di venti coppie della diocesi di Roma. Hanno concelebrato con il papa il cardinale vicario, Agostino Vallini, mons. Filippo Iannone, vice gerente e direttore del centro per la pastorale familiare della diocesi di Roma, e quaranta sacerdoti amici degli sposi.



«È incalcolabile la forza, la carica di umanità contenuta in una famiglia: l'aiuto reciproco, l'accompagnamento educativo, le relazioni che crescono con il crescere delle persone, la condivisione delle gioie e delle difficoltà», ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa nella basilica vaticana in cui ha celebrato il matrimonio: «Le famiglie - ha aggiunto - sono il primo luogo in cui noi ci formiamo come persone e nello stesso tempo sono i mattoni per la costruzione della società».



«Il matrimonio è simbolo della vita, della vita reale, non è una fiction!», ha affermato durante la messa. «È la reciprocità delle differenze - ha aggiunto -. Non è un cammino liscio, senza conflitti, no, non sarebbe umano. È un viaggio impegnativo, a volte difficile a volte anche conflittuale, ma questa è la vita!».



«L'amore di Gesù, che ha benedetto e consacrato l'unione degli sposi, è in grado di mantenere il loro amore e di rinnovarlo quando umanamente si perde, si lacera, si esaurisce», ha proseguito il Pontefice. «L'amore di Cristo può restituire agli sposi la gioia di camminare insieme - ha concluso - perché questo è il matrimonio: il cammino insieme di un uomo e di una donna, in cui l'uomo ha il compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il compito di aiutare il marito ad essere più uomo».



Alle «coppie in cammino», nella messa in cui celebra il matrimonio di venti coppie di sposi della diocesi di Roma, papa Francesco ha dato «un piccolo consiglio»: «È normale che gli sposi litighino - ha detto -, è normale, sempre si fa. Ma vi consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace. È sufficiente un piccolo gesto, e così si continua a camminare».



«Auguro a tutti voi un bel cammino, un cammino fecondo. Che l'amore cresca. Vi auguro felicità: ci saranno le croci, ma il Signore è sempre lì per aiutarci ad andare avanti. Il Signore vi benedica». Al termine della messa nuziale da lui presieduta nella basilica vaticana, papa Francesco ha incontrato e salutato nella sagrestia le venti coppie di sposi



Il dono. Una ludoteca e un centro di aggregazione per i giovani nelle periferie romane. È questo il dono che le venti coppie che oggi si sono unite in matrimonio a San Pietro hanno offerto a papa Francesco al termine della celebrazione. Il dono sarà realizzato attraverso la Caritas diocesana di Roma in una struttura nel quartiere di Colli Aniene.
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