Il Papa: «La famiglia non è terreno per battaglie ideologiche»

Il Papa: «La famiglia non è terreno per battaglie ideologiche»
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Venerdì 23 Gennaio 2015, 15:15
«I legami familiari permettono di capire che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità», cioè «ridurre le distanze, venendosi incontro a vicenda e accogliendosi».

Lo dice papa Francesco nel Messaggio per la 49/ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali. «Anche la famiglia è viva se respira aprendosi oltre sè stessa - spiega il Pontefice -, e le famiglie che fanno questo possono comunicare il loro messaggio di vita e di comunione, possono dare conforto e speranza alle famiglie più ferite, e far crescere la Chiesa stessa, che è famiglia di famiglie».



«Non esiste la famiglia perfetta, ma non bisogna avere paura dell'imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti; bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva». «Per questo - aggiunge il Papa - la famiglia in cui, con i propri limiti e peccati, ci si vuole bene, diventa una scuola di perdono».



«Oggi i media più moderni, che soprattutto per i più giovani sono ormai irrinunciabili, possono sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia», dice il Papa. «La possono ostacolare - spiega - se diventano un modo di sottrarsi all'ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa». «La possono favorire se aiutano a raccontare e condividere», aggiunge invitando a «orientare il nostro rapporto con le tecnologie, invece che farci guidare da esse».



«La famiglia più bella, protagonista e non problema, è quella che sa comunicare, partendo dalla testimonianza, la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello tra genitori e figli».

Così papa Francesco conclude il suo Messaggio per la 49/ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, dedicato al tema «Comunicare la famiglia». «Non lottiamo per difendere il passato - esorta -, ma lavoriamo con pazienza e fiducia, in tutti gli ambienti che quotidianamente abitiamo, per costruire il futuro».
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