Non farà come Ratzinger In giorni in cui si è molto discusso della salute del Pontefice, dopo i dubbi e le preoccupazioni innescate dall'«indisposizione» che l'ha costretto a rinunciare «in extremis», venerdì, alla visita al Policlinico Gemelli, Francesco ha ribadito così lo status «a vita» della carica papale. Un quadro in cui la possibilità - per quanto molto remota - di sue future dimissioni non è neanche contemplata.
Quelle parole dubbie E dire che, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul volo di ritorno dalla Terra Santa, era stato lo stesso papa Francesco a lasciare aperta questa «porta», non escludendo che dopo Benedetto XVI potrebbero esserci altri Papi emeriti. «Io credo che un Vescovo di Roma, un Papa che sente che le sue forze vengono meno - perché adesso si vive tanto tempo - deve farsi le stesse domande che si è posto Papa Benedetto», aveva detto. Ribadendo poi lo stesso concetto nell'ampia intervista al quotidiano spagnolo La Vanguardia. Incontrando però il 7 giugno le società sportive italiane in Piazza San Pietro, al termine del discorso aveva lasciato capire che l'idea della rinuncia non gli appartiene: «vi chiedo di pregare per me, perché anche io devo fare il mio gioco che è il vostro gioco, è il gioco di tutta la Chiesa! Pregate per me perché possa fare questo gioco fino al giorno in cui il Signore mi chiamerà a sé», aveva affermato. E oggi il suo nuovo riferimento all'essere Papa «fino alla tomba».
Settimana impegnativa Bergoglio ora è atteso da un'altra impegnativa settimana. Domani riceverà i nuovi reali di Spagna, Felipe VI e Letizia, in Vaticano per la loro prima visita all'estero. Da martedì a venerdì avrà la nuova riunione con i cardinali del C8 per affrontare il piano di riforma della Curia romana. Sabato andrà invece in visita in Molise. Il suo saluto ai fedeli, anche oggi all'Angelus, è stato quello che è diventato una specie di mantra: «per favore, non dimenticatevi di pregare per me».
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