Isis, gli etiopi massacrati erano migranti. Il Papa: «Costernazione e dolore»

Isis, gli etiopi massacrati erano migranti. Il Papa: «Costernazione e dolore»
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Lunedì 20 Aprile 2015, 23:33 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 14:24

Erano migranti in fuga verso l'Europa i 28 etiopi cristiani massacrati dall'Isis in Libia: nuove vittime delle guerre e della povertà nei loro Paesi, che si aggiungono alle centinaia che hanno trovato la morte sabato notte nel canale di Sicilia.

Dopo la pubblicazione del video che immortala l'ennesima strage in nome dello Stato islamico, le autorità etiopi, insieme con la Chiesa ortodossa locale, hanno rivelato che le vittime, una trentina - la metà delle quali decapitate -, potrebbero essere migranti che avevano raggiunto la Libia per imbarcarsi verso le coste europee. «Grande costernazione e dolore» è stata espressa dal Papa in un messaggio di cordoglio al patriarca della Chiesa ortodossa etiopica, Abuna Matthias. «Il sangue dei nostri fratelli e delle nostre sorelle cristiani è una testimonianza che grida per farsi sentire da tutti coloro che sanno ancora distinguere tra bene e male. E questo grido deve essere ascoltato soprattutto da coloro che hanno nelle mani il destino dei popoli», ha scritto Francesco nella lettera.

Addis Abeba è in contatto con la propria ambasciata al Cairo per verificare l'autenticità del video e per capire l'esatta origine delle persone che sono state trucidate dall'Isis in quanto 'infedelì cristiani. «Se è confermato che si tratta di migranti, sarà un avvertimento per le persone che vogliono rischiare un viaggio in Europa attraverso questo percorso pericoloso», ha detto il portavoce del governo.

Nel Paese sono stati proclamati tre giorni di lutto e domani ci sarà una riunione straordinaria del Parlamento per decidere il da farsi. L'ambasciatore in Egitto ha spiegato che potrebbe esserci una collaborazione con il Cairo per colpire i jihadisti.

L'Egitto da febbraio effettua raid contro l'Isis in Libia in risposta all'uccisione di 21 cristiani copti, anch'essa resa nota in un macabro video. E la stessa Etiopia è già da tempo un bersaglio dell'integralismo islamico, come rappresaglia alle incursioni militari anti-Shabaab nella confinante Somalia. In questo scenario di violenza, a cui si aggiungono le estreme condizioni di povertà, gli etiopi si uniscono alle migliaia di migranti africani che puntano alla Libia come porta d'accesso all'Europa. E molto spesso restano uccisi: 30 volte di più quest'anno rispetto al 2014.

La paura di essere catturati dagli estremisti islamici spinge i migranti a lasciare la Libia il più presto possibile, anche a costo di imbarcarsi su navi sovraccariche e rinchiusi nelle stive, così da non avere scampo in caso di ribaltamento, come è successo sabato notte nel peggior disastro sul Canale di Sicilia dal dopoguerra. Il presidente francese Francois Hollande, parlando del massacro dei cristiani etiopi in Libia, ha espresso «indignazione» per «l'abominevole assassinio di 28 persone a causa della loro fede cristiana». In questo caso, sono morti anche perchè erano disperati in fuga.

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