Dagli immobili allo Ior, nasce la holding vaticana

Dagli immobili allo Ior, nasce la holding vaticana
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Luglio 2014, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 02:24

CITT DEL VATICANO - Papa Bergoglio ha dato il via libera alla fase due sulla gestione dei beni mobili ed immobili. In prospettiva l'immenso patrimonio vaticano sarà posto sotto una unica regia, sulla base di criteri etici e cattolici in via di definizione. Il denaro sarà pure lo sterco del demonio, secondo la celebre definizione di san Francesco d'Assisi, il quale raccomandava ai suoi frati di fuggirlo come se fosse il diavolo in persona, e di farne lo stesso uso che si fa dello sterco appunto, tuttavia per il Papa argentino (e soprattutto per il suo super ministro dell'economia, il cardinale australiano Pell) è preferibile controllarlo a vista, probabilmente affidandolo a gestori esterni al piccolo Stato ma pur sempre sotto l'occhio vigile di Pell.

La novità principale delle riforme in campo economico è soprattutto questa, e riguarda il modo in cui saranno amministrati lo Ior, l'Apsa (la cassa centrale dello Stato), Propaganda Fide, il Fondo pensioni e i Governatorato. Le sostanze complessive affluiranno in una nuova entità, il Vam, Vatican asset management. Il processo di spostamento sarà graduale e durerà un paio d'anni. A titolo di esempio, la novità riguarda anche la ricchezza di Propaganda Fide, valutata circa 9 miliardi di euro e composta da centinaia di storici edifici in pieno centro a Roma, tra cui il magnifico palazzo in Piazza di Spagna. Oppure il patrimonio dello Ior, che alla chiusura dell'esercizio 2013 risultava di 720 milioni (769 nel 2012). Si stima che il valore economico del patrimonio immobiliare vaticano sia di 2 mila miliardi di dollari. Una cifra che naturalmente include il patrimonio immobiliare sparso in tutto il mondo e che, da un punto di vista squisitamente numerico, si aggira intorno al milione di edifici.

NOVITÀ

La riforma in atto è stata fortemente voluta dai cardinali dopo gli scandali addebitabili al cardinale Bertone, al quale veniva imputato un eccessivo potere nelle sue mani. Tuttavia ora, nelle mani del cardinale Pell si concentra tutto il potere finanziario. Il nuovo quadro economico della Santa Sede, con novità relative a Ior, Apsa, mass media e fondo pensioni, prevede che d’ora in poi tutto debba passare sotto la sua lente di ingrandimento, ottenere le valutazioni del budget, bloccare l'aumento di spese. Con l'asse anglo-maltese che prende in mano le redini mettendo da parte gli italiani. Pell, interpellato a tal proposito, ha sorriso sornione. «Non stiamo parlando del Vicariato di Roma, ma della Chiesa universale. Certamente ci saranno posti importantissimi per gli italiani, ma dobbiamo avere altri membri da tante parti del mondo. Oggi questo si può fare, quando sono venuto a Roma a studiare, 50 anni fa, non sarebbe stato possibile. Credo che i cardinali appartenenti a diverse culture possano aggiungere qualcosa qui. Siamo la Chiesa universale e mi sembra opportuno che i capi siano universali, certamente con tantissimi bravi italiani». Nel board laico dello Ior verrà nominato un italiano, l’unico, e il nuovo presidente (che sostituisce il tedesco Fryeberg dopo soli 17 mesi) è francese, il finanziere De Franssu molto legato al braccio operativo di Pell, l'economista maltese Zahra (che ha smentito che tra lui e De Franssu vi siano conflitti di interesse con società in comune). Contrariamente al predecessore, De Franssu entro un paio di mesi si trasferirà con la moglie e i quattro figli in Vaticano per lavorare a tempo pieno nel Torrione Niccolò V, e portare avanti la fase due dell'Istituto. Trasparenza, attenzione ai correntisti, al business e soprattutto all'asset management. Competenze che ha acquisito a Londra come amministratore delegato di Invesco Europe, società con ottime referenze nel settore.

PENSIONI

Il cardinale australiano ha anche annunciato la creazione di un piccolo Project management office, guidato da Danny Casey, già manager della diocesi di Sydney, per il trasferimento della Sezione Ordinaria dell’Apsa al super ministero dell'Economia. Naturalmente tutto sotto la supervisione di Pell. I tempi di vacche magre impongono di contenere le spese e la raccomandazione ai dicasteri è di rispettare il budget. In questo modo ogni amministrazione verrà «responsabilizzata», e ogni eccesso di spesa «sarà di competenza del dicastero o dell'amministrazione in questione».

Infine il capitolo pensioni. Al momento non ci sono problemi di sorta, ma in prospettiva il comparto potrebbe cedere. E’ per questo che è stato nominato un comitato tecnico per studiare la situazione. Il fondo dovrà garantire disponibilità sufficienti per le generazioni future. Insomma, tutto il mondo è Paese.