I vescovi italiani sulla scia di Papa Francesco, adesso basta con la corruzione

I vescovi italiani sulla scia di Papa Francesco, adesso basta con la corruzione
di Franca Giansoldati
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Lunedì 23 Marzo 2015, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 09:13
Città del Vaticano Basta con la corruzione. E’ divenuta “insopportabile”. I vescovi italiani condannano «il malcostume e il malaffare che sembrano diventati un regime talmente ramificato da essere intoccabile». Il cardinale Bagnasco, non fa esempi concreti, non elenca inchieste particolari, né addita corruttori, tuttavia mette in evidenza che casi del genere «ne emergono ogni giorno: come corpi in stato di corruzione, ammorbano l’aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali». I vescovi rafforzano le parole che ha pronunciato Papa Francesco a Napoli. Così non si può andare avanti. «si deve reagire». Il discorso di Bagnasco fa leva sul concetto del bene comune. Tutti ne siamo responsabili con i nostri comportamenti». Naturalmente «ognuno a livelli e con modalità diverse: politica e magistratura, industria e finanza, impresa e sindacati, associazioni e media, volontariato, gruppi e singoli cittadini». Ogni soggetto ha «il dovere di fare del proprio meglio per il bene della gente che è in gravi difficoltà e che spesso è stremata: se l’onestà è un valore sempre e comunque, che misura la dignità delle persone e delle istituzioni, oggi, le difficoltà di quanti si trovano a lottare per sopravvivere insieme alla propria famiglia sono un ulteriore motivo perché la disonestà non solo non sia danno comune, ma anche non sia offesa gravissima per i poveri e gli onesti».

Serve giustizia, equità, buona politica a ogni livello. «La Chiesa è vicina a ogni persona di buona volontà senza preclusioni o preferenze: persone e istituzioni che hanno veramente a cuore il bene della gente e che lavorano per questo», assicura invocando «lavoro per chi l’ha perso e per chi non l’ha mai trovato». Bagnasco invoca «lavoro per chi è sfiduciato e si arrende mettendosi ai margini della società, facile preda della malavita». E con la disoccupazione, «l’instabilità sociale cresce fatalmente».

Quindi il presidente dell’episcopato rende omaggio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Mentre gli esprimiamo la nostra lealtà di cittadini, gli rivolgiamo altresì l’assicurazione della nostra preghiera per il suo altissimo compito di riferimento unitario e di supremo garante della democrazia e delle tradizioni del Paese. Tutto il popolo guarda alla sua persona con questa fiducia. I vescovi, fedeli alla loro missione di pastori e nel rispetto delle istituzioni democratiche, danno voce alla gente con l’unico intendimento di contribuire alla costruzione del bene comune, a partire dai più deboli e bisognosi».





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