ROMA - C’ chi lo accusa di essere un piano rivoluzionario solo negli intenti, perch nella pratica copia e ripropone vecchie modifiche presentate negli anni da precedenti governi.
C’è pure chi, in primis i sindacati, pur plaudendo all’istituzione dell’organico funzionale, all’eliminazione della burocrazia, alla restituzione del tempo pieno e alla riforma degli organi collegiali, non nasconde una certa perplessità sul capitolo risorse, sull’abolizione degli scatti salariali basati sull’anzianità e sui criteri che s’intendono introdurre nella progressione delle carriere per i docenti. A poco più di ventiquattrore dalla presentazione ufficiale, il Piano scuola targato Renzi, si appresta a difendersi dalle prime critiche.
IL MINISTRO
Sul proprio profilo Twitter, la responsabile dell’Istruzione, Stefania Giannini, precisa come, sul capitolo risorse, necessarie soprattutto per stabilizzare i quasi 150mila precari, «il governo ha mostrato coerenza, con la legge di stabilità alle parole e alle idee seguiranno i fatti». Intanto, però, l'Unicobas scuola ha indetto uno sciopero per il prossimo 17 settembre perché «premiare l’impegno e la carriera dei docenti - spiegano dal sindacato - vuol dire in realtà assunzione diretta di docenti e personale amministrativo (Ata) da parte dei dirigenti scolastici, come nelle scuole private».
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