Scuola, i prof non devono restituire i 150 euro: il governo fa marcia indietro

Scuola, i prof non devono restituire i 150 euro: il governo fa marcia indietro
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Mercoledì 8 Gennaio 2014, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 08:23
Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti: stato deciso nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza». Lo ha comunicato Palazzo Chigi.



Carrozza: da impicci burocratici si arriva ai pasticci. «Finita riunione a Palazzo Chigi: gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro. Sono soddisfatta per gli insegnanti» ha scritto su Twitter il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, alla fine del vertice di Palazzo Chigi.
«Ho rimandato la mia partenza per gli Usa per Washington: sono al lavoro per una soluzione completa a questo problema incluso il 2012» ha poi twittato il ministro.



«E' un tema politico che riguarda gli insegnanti, il loro futuro, ma anche tutti gli impicci burocratici-amministrativi per cui si arriva a un paradosso, insomma a un pasticcio - ha detto poi Carrozza a Sky Tg24 - E questo a volte avviene anche senza che i ministri o il governo ne sappiano niente». Il ministro ha aggiunto che c'è stato un problema anche di copertura dal punto di vista legislativo.



Saccomanni: c'è stato un errore di comunicazione.
«Sugli stipendi dei professori c'è stato un problema di comunicazione - ha detto il ministro Fabrizio Saccomanni dopo il vertice a Palazzo Chigi - Il ministero dell'Economia e delle finanze è mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute».



Il ministero dell'Economia: noi siamo solo esecutori. «Il calcolo delle retribuzioni - scrive in una nota il ministero dell'Economia - l'emissione dei cedolini e i successivi flussi dei pagamenti al personale scolastico viene effettuato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze quale mero esecutore sulla base della legge vigente e delle indicazioni ricevute dal Miur».




«Ministero Istruzione fu avvisato a dicembre». «In data 9 dicembre 2013 il Ministero dell'Economia ha informato il Ministero dell'Istruzione che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Ministero il tempo necessario a formulare diverse istruzioni» scrive il ministero dell'Economia, precisando che si è operato «secondo le leggi in vigore».



«Ora dall'Istruzione atti per sbloccare gli scatti». Per rendere esecutiva la decisione del governo «di soprassedere al recupero degli scatti a partire da gennaio 2013», il ministero dell'Istruzione «dovrà assumere gli atti necessari a determinare lo sblocco degli scatti di anzianità per l'anno 2012 secondo la procedura prevista dal DL 78/2010»: è quanto precisa il ministero dell'Economia.



Renzi: bene il governo, ora tocca al lavoro. «Bene il governo: sugli insegnanti cambia verso. Ora il lavoro: dati Istat devastanti» ha scritto su Twitter il leader del Pd, Matteo Renzi, annunciando che «oggi ci sarà la bozza del job-act per un dibattito aperto. Il Pd decide il 16 gennaio». Prima della decisione del governo, Renzi, sempre su Twitter, aveva scritto: «Il taglio agli insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a questa figuraccia, subito. Il Pd su questo non mollerà di un centimetro» aveva scritto su Twitter il segretario del Pd e sindaco di Firenze, Matteo Renzi.



Camusso: retromarcia inevitabile. «Mi sembra una decisione inevitabile - dice il leader della Cgil, Susanna Camusso - perché non era assolutamente comprensibile la scelta di chiedere ai lavoratori della scuola una restituzione dentro a una cosa pasticciata che esonerava alcuni e colpiva gli insegnanti. Dobbiamo però dire che è un inizio perché c'è uno straordinario problema di riforma della pubblica amministrazione e del sistema dell'istruzione che deve partire dalla valorizzazione del lavoro. Per questo bisogna riaprire i tavoli contrattuali e ridefinire le regole: non si può immaginare che il nostro sistema pubblico cresca in qualità avendo da anni bloccato le retribuzioni, che sono anche basse, mentre crescono quelle delle alte burocrazie».



Alfano. «In questo modo il governo rischia di farsi male da solo - aveva detto stamattina Angelino Alfano, intervenuto alla "Telefonata" su Canale 5 - Entreremo nel merito della vicenda per evitare che si verifichi il prelievo».



Vendola: gli insegnanti non meritano questa umiliazione. «Gli insegnanti italiani hanno bisogno di molte cose: eccetto di essere umiliati e presi in giro anche da questo governo, non se lo meritano dopo aver patito i disastri compiuti dalla Moratti e dalla Gelmini. E' assordante il silenzio di Enrico Letta in queste ore» aveva detto su Twitter Nichi Vendola.
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