Scuola, Save the children: il 40% degli istituti è senza mensa

Scuola, Save the children: il 40% degli istituti è senza mensa
di Stefania Piras
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Mercoledì 28 Ottobre 2015, 22:57 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 13:39
La mensa non è presente in tutte le scuole italiane: il 40% degli istituti principali ne è sprovvisto, percentuale che sale in alcune regioni del Sud - per esempio in Puglia (53%), Campania (51%), Sicilia (49%) -, mentre al Nord la mensa manca in un terzo delle scuole principali. Ma anche laddove c 'è, il servizio di refezione scolastica presenta grandi differenze sia per ciò che riguarda i criteri di accesso sia dal punto di vista della qualità.



Lo rivela il rapporto di Save the Children '(Non)Tutti a mensa! ' che mette a confronto 45 comuni capoluogo di provincia con più di 100.000 abitanti. Il risultato è che in più della metà delle città, l 'accesso a rette agevolate e a riduzioni è limitato ai soli residenti. In sei comuni non è prevista esenzione dal pagamento neanche per le famiglie più povere e otto comuni escludono il bambino dal servizio in caso di insolvenza dei genitori.



Per le tariffe minime, la mensa più economica è a Palermo e dove si paga 0,3 euro al giorno, mentre a Bergamo 5,5. Roma sta a metà classifica con 1,5 euro. Per le tariffe massime si va dai 2,3 euro di Catania fino ai 7,7 euro di Ferrara. Roma si attesta sui 4 euro a pasto. Per quanto riguarda le prassi adottate in caso di genitori morosi nei pagamenti, 37 comuni su 45 affermano di non escludere il bambino dal servizio, mentre nei comuni di Brescia, Foggia, Novara, Palermo, Sassari, Salerno e Taranto in caso di morosità il bambino viene escluso dalla mensa. In base al confronto dei principali dati emergono le migliori e peggiori prassi. In particolare i comuni di Cagliari, Forlì e Genova si segnalano per l 'applicazione di agevolazioni per le categorie più svantaggiate, come ad esempio minori in affido temporaneo; Bari e Novara per la previsione di misure mirate al sostegno delle famiglie colpite dalla crisi economica, come la perdita di lavoro. Prassi invece particolarmente negative si rilevano a Brescia che ha tariffe tra le più alte, criteri molto restrittivi delle esenzioni e per l 'esclusione dei figli di genitori morosi; a Salerno che, pur non avendo tariffe particolarmente elevate, non prevede nessuna forma di esenzione per le famiglie disagiate ed esclude i figli di genitori morosi; Bergamo, che ha tariffe molto alte per le famiglie con redditi bassi e prevede l 'esenzione dal pagamento solo su richiesta diretta dei servizi sociali.



Per quanto riguarda la qualità delle mense, emerge che nel 90% dei casi il servizio è affidato a ditte esterne di ristorazione e per il 65% dei comuni il servizio viene effettuato esclusivamente con pasti trasportati da cucine esterne. Ma questo non vuol dire sempre pasti trasportati. L’associazione cita infatti l’esempio del Comune di Roma in cui la ditta appaltatrice opera nelle cucine interne alle scuole.