Una sorta di compromesso tra le parti che sta dando i suoi frutti e che da qualcuno viene però interpretato come una cessione alle pressioni dei sindacati: i docenti infatti non dovranno rinunciare all’assunzione prevista dalle fasi B e C ma non dovranno neanche affrontare subito i trasferimenti. Tra le motivazioni che hanno spinto tanti precari a non accettare l’assunzione, infatti, c’è proprio la possibilità di vedersi offrire una cattedra lontano da casa, anche fuori dalla regione in cui per anni hanno insegnato non senza progettare la propria vita e mettendo su famiglia. Si resta in attesa: è la stessa necessità espressa dai circa 30mila precari che, “boicottando” la riforma, non hanno presentato la domanda per far parte delle fasi B e C del piano straordinario di assunzioni. Loro saranno solo supplenti, sempre che ci sia un incarico disponibile nella provincia di appartenenza, e il ruolo arriverà con lo scorrimento negli anni a venire. Salvo nuovi stravolgimenti.
L’ATTESA
Aspettano quindi l’incarico di supplenza, come ogni anno, nelle scuole della provincia di cui fanno parte. La valigia quindi può attendere, almeno per un altro anno, poi si vedrà. Ma questa tregua in realtà non soddisfa i sindacati che, comunque, portano avanti la loro battaglia pensando già ad uno sciopero in vista dell’autunno che si preannuncia rovente. «Siamo convinti che il potenziamento degli organici – denuncia Domenico Pantaleo della Flc Cgil – non sarà altro che un tappabuchi, con cui coprire le supplenze che resteranno scoperte. Le graduatorie infatti non verranno esaurite: ci sono ancora i 30mila iscritti, che non vogliono l’assunzione, e gli oltre 20mila della scuola dell’infanzia che pur avendo presentato regolare domanda non saranno assunti fino a che non sarà pronto il piano per il settore che riguarda la fascia 0-6 anni. Ci sono inoltre tutti coloro che stanno presentando i ricorsi per rientrare nelle graduatorie. L ’11 settembre ci sarà un incontro le tra le rappresentanze sindacali al teatro Quirino di Roma, per organizzare un piano di lotta e mobilitazione e per difendere i diritti di tutti i docenti. Ne uscirà un piano di mobilitazioni unitario».
GLI STUDENTI
E gli insegnati, in questo percorso, saranno affiancati dagli studenti: «La mobilitazione ci vede uniti – assicura Danilo Lampis dell’Unione degli studenti – per il 23 settembre lanceremo la notte bianca della scuola con occupazioni pomeridiane negli istituti mentre il 9 ottobre invaderemo le piazze con cortei in tutta Italia e blocchi nelle città. Una protesta contro l’austerità e la mancanza di democrazia, coinvolgendo tutte le scuole e le università. Vogliamo contestare i comitati di valutazione e gli organi collegiali così come saranno riformati, bloccando l’ingresso dei privati nelle scuole e promuovendo assemblee permanenti anche con la collaborazione dei genitori».
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