Lorenzin: sigaretta elettronica,
mai in farmacia, non è un medicinale

Il consumo in Italia (foto Ansa centimetri)
di Carla Massi
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Domenica 23 Giugno 2013, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 14:39

ROMA - La sigaretta elettronica non sar venduta in farmacia. Perch - spiega il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - non un medicinale. Anche quando superano determinati livelli di nicotina. L’Italia insieme alla Francia sono gli unici due paesi della Ue a non voler considerare questo succedaneo della sigaretta come un farmaco che aiuta i pazienti a smettere di fumare.

IL DOCUMENTO

Ed è la stessa Lorenzin a chiarire che il documento stilato dal Consiglio dei ministri della Salute: «Non è un testo di immediata pubblicazione ma deve essere utilizzato per il negoziato con il Parlamento europeo che avverrà nelle prossime settimane». Da qui, un’ordinanza a tempi brevi in conformità al parere del Consiglio superiore di sanità delle scorse settimane. Quando è stata data l’indicazione di vietare le sigarette elettroniche nelle scuole, sia per gli studenti che per i professori. Oltre che alle donne in gravidanza. Di aprile il primo no all’acquisto e all’utilizzo delle e-cig ai minori di 18 anni. Non si esclude che si stiano individuando altri luoghi pubblici nei quali non è possibile “svapare”. Anche quel fumo, per alcune persone colpite da asma o altre forme allergiche, potrebbe scatenare crisi polmonari. L’elettronica, dunque, non viene considerata un farmaco neppure se contiene più di un milligrammo di nicotina. Aggiunge il ministro «è necessario dare avvertenze ai cittadini sulla quantità di uso di queste sostanze». «Perché - dice ancora - se si inserisce all’interno della sigaretta una quantità di nicotina superiore a quella consentita dalla legge si finisce in uno stato di avvelenamento e quindi diventa estremamente pericoloso».

Proprio per verificare quali possano essere gli effetti sull’organismo dei due tipi di fumo, quello di tabacco e quello elettronico, l’Istituto tumori di Milano ha dato il via ad uno studio diviso in molti centri. A fianco dell’Istituto la Southern university californiana e la Cornell university di New York. «Misureremo i vari particolari, come il Pm 2,5 e il Pm 10, la quantità di carbonio e tutti i fattori ed elementi potenzialmente pericolosi. Dopo questa indagine - fa sapere Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Istituto - avremo certamente un dato più solido».

La posizione dell’Int è quella espressa dal ministero della Salute: la sigaretta elettronica, per precauzione, va considerata pericolosa finché non si dimostra il contrario. «Comunque - aggiunge Ugo Pastorino, responsabile della Chirurgia toracica - noi siamo interessati a produrre un’astensione permanente da fumo di sigaretta. Per questo, nello studio, misureremo quanti tra chi usano la sigaretta elettronica si sono astenuti da un anno da quelle tradizionali. E poi vogliamo stabilire se è più efficace di altri strumenti che abbiamo testato e di cui abbiamo dimostrato l’efficacia. La tossicità cardiovascolare sembra pesante anche in queste elettroniche».

IL TABACCO

Per quanto riguarda il capitolo tabacco l’Italia, all’incontro con gli altri paesi europei, ha ottenuto una riduzione delle dimensioni dei messaggi e le immagini che si troveranno sui due lati del pacchetto. Ai quali viene destinato il 65% della superficie comprensiva di un bordo di un 1 mm. Questa quota della superficie, secondo il ministero della Salute, «è sufficiente a comunicare i messaggi sulla pericolosità del fumo ma consente, al tempo stesso, di tenere sulle confezioni altri elementi quali il marchio che contribuiscono a rendere più difficile la contraffazione, riducendo il rischio che sul mercato italiano siano introdotti prodotti contenenti tabacco di provenienza sconosciuta e quindi non controllato».

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