Eterologa, regioni fissano prezzo: costerà tra 400 e 600 euro

Eterologa, regioni fissano prezzo: costerà tra 400 e 600 euro
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Giovedì 25 Settembre 2014, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 17:39

La fecondazione eterologa coster tra i 400 e i 600 euro. Lo ha detto oggi il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino: «E' stata definita una tariffa unica». Il costo potrà variare tra i 400 e i 600 euro, perché dipende dal ticket fissato nelle singole Regioni per le varie prestazioni necessarie a effettuare la fecondazione (esami del sangue, ecografie, ecc.). Fa eccezione la Lombardia, che ha ritenuto di far pagare interamente il costo della fecondazione eterologa.

I costi secondo le tecniche utilizzate. Dopo l'approvazione in Conferenza delle Regioni nella seduta del 4 settembre scorso del documento sulle problematiche relative alla fecondazione eterologa, le Regioni sottolineano la scelta della Conferenza di dare indicazioni cliniche ed indirizzi operativi omogenei per garantire sia il diritto alla fecondazione eterologa stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale n.162/2014 che la sicurezza e tutela della salute dei soggetti interessati.

In questo quadro, le Regioni ribadiscono il principio di considerare la procreazione medicalmente assistita (PMA), sia l'omologa che l'eterologa, un Lea, in attesa, come richiesto, del loro inserimento nel DPCM sui livelli essenziali di assistenza che, come previsto nel Patto per la Salute 2014-2016, dovrà essere rivisto entro la fine dell'anno. È stata, quindi, condivisa dai governatori la necessità di completare il percorso iniziato definendo per questa fase transitoria una tariffa unica convenzionale che quantifichi i costi per queste attività anche per regolare le eventuali compensazioni relative alla mobilità interregionale, «continuando a dimostrare un forte senso di unità e capacità di governance del sistema sanitario».

Pertanto, considerato che le tecniche di fecondazione eterologa ricomprendono 3 differenti tipologie di attività da effettuarsi in setting assistenziale ambulatoriale, è stata condivisa questa proposta di tariffe convenzionali da utilizzare nelle Regioni e nelle Province Autonome e per la relativa compensazione della mobilità interregionale: * Fecondazione eterologa con seme da donatore con inseminazione intrauterina: euro 1.500 (compresi euro 500 per i farmaci); * Fecondazione eterologa con seme da donatore in vitro: euro 3.500 (compresi euro 500 per i farmaci); * Fecondazione eterologa con ovociti da donatrice: euro 4.000 (compresi euro 500 per i farmaci).

La Regione Lombardia ha comunicato che fino a quando le prestazioni di procreazione medicalmente assistita non verranno ricomprese nel DPCM che individua i Lea (Livelli essenziali di assistenza), le stesse saranno a carico dell'assistito anche qualora venissero rese da strutture di altre Regioni. Per quanto riguarda la questione della compartecipazione alla spesa, è stato condiviso che riguarderà la somma dei ticket per le prestazioni previste ed effettuate per questa tecnica di fecondazione nel rispetto dell'attuale normativa in materia di specialistica ambulatoriale. In relazione, invece, alla compensazione riguardante le prestazioni effettuate in mobilità per pazienti provenienti da altre Regioni e Province autonome, è stato deciso di proporre, in linea con quanto previsto nel Patto per la Salute, che ogni Regione riceverà dalle altre la differenza tra la tariffa convenzionalmente definita e quanto già introitato attraverso i ticket, «ad eccezione di quanto già detto precisato per la Regione Lombardia».

La regione Lazio. «Con la decisione di fissare un costo del ticket sostanzialmente omogeneo nelle varie strutture italiane, la conferenza delle Regioni ha oggi dato un segnale di grande maturità che, con la sola eccezione della Lombardia, dovrebbe essere un modello anche per il Parlamento, chiamato ad una regolamentazione, ancorché non indispensabile, affinché le strutture pubbliche possano finalmente praticare la fecondazione eterologa». Lo dichiara in una nota il consigliere regionale Riccardo Agostini, membro della commissione Sanità. «Ora anche il Lazio, che certamente farà di tutto per mantenere nella fascia più bassa la quota di compartecipazione dei cittadini - prosegue Agostini - potrà partire con questa pratica, dopo che il presidente Zingaretti e la cabina di regia della sanità hanno celermente autorizzato la rete regionale delle strutture autorizzate. Occorrerà recuperare in fretta il terreno perduto - conclude il consigliere del Partito Democratico - ma la nostra Regione ha strutture e professionalità in grado in breve tempo di raggiungere l'eccellenza anche nella fecondazione eterologa».

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