Ai consiglieri di Trento regalati 29 milioni
Lo scandalo vitalizi si allarga al nord

Ai consiglieri di Trento regalati 29 milioni Lo scandalo vitalizi si allarga al nord
di Mauro Evangelisti e Diodato Pirone
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Venerdì 8 Agosto 2014, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 11:31
I postini, si sa, suonano sempre due volte. Anche in Trentino Alto Adige. Dove però, in questi giorni, non sempre sono bene accolti. Perlomeno quelli che stanno recapitando 127 raccomandate ad altrettanti alti papaveri della Regione. Lettere pesantissime, con le quali la Regione - per la prima volta in Italia - chiede ad ognuno dei suoi ex consiglieri (87) e a 40 fra quelli ancora in carica o che hanno fatto carriera e sono diventati deputati e senatori la restituzione di centinaia e centinaia di migliaia di euro loro assegnati (e in gran parte già intascati) negli anni scorsi sia sotto forma di vitalizi che di anticipo dei vitalizi.



In tutto fanno 29 milioni. Parte dell’enorme somma valutata in 90 milioni (in media, 700 mila euro a cranio) che la classe politica locale si era ritagliata con una legge del 2012, in piena crisi economica. Legge sulla quale la Procura ha aperto un’inchiesta (l’altro ieri nuove perquisizioni e ieri primi interrogatori) indagando politici e consulenti.

Siamo ad un nuovo caso Fiorito? Vedremo. Ma è ormai lampante che di fronte ai vitalizi (leibrente, in lingua tedesca) non c’è barriera culturale che tenga: il profilo etico dei politici regionali sudtirolesi si sovrappone a quello di (quasi) tutti i colleghi di lingua italiana. Anzi. Il caso dei vitalizi trentin-sudtirolesi è persino più fangoso di quello di altre Regioni.



Tutto comincia con una legge del 2012 con la quale Trento e Bolzano riducono il vitalizio sotto i 3.000 euro mensili ma danno ad ogni consigliere - anche in carica - la possibilità di riscuotere in parte subito, e in parte dopo 5 anni, quanto maturato. Una manovra giusta? Manco per niente. Luis Durnwalder, ex presidente della giunta di Bolzano e padre padrone della Svp, il partito della minoranza tedesca, si vede assegnare subito 919.527 euro e spicci. Il consigliere Mauro Delladio 1.322.948 euro, in compagnia di altri quattro neomilionari (fra gli ex consiglieri) e di altri cinque consiglieri in carica. Fra loro c’è anche Eva Klotz, che da anni siede nel consiglio predicando la riunificazione del Sudtirolo con l’Austria. Per lei un mega assegno di 1.145.000 euro dei quali ne prende senza indugio 435.000.



Già perché, ripetiamolo, la legge bilingue consente anche ai consiglieri in carica e a chi nel frattempo è diventato parlamentare di riscuotere un anticipo del vitalizio. Fra gli altri riscuotono in tre: il deputato centrista Lorenzo Dellai, fra i fondatori della Margherita (572.000 euro); il senatore leghista Sergio Divina (355.000) e il senatore del gruppo Autonomie Franco Panizza (576.000). Tutto regolare, sia chiaro.



Ma insospettiti dall’enormità delle somme in gioco, i giornalisti locali e poi i magistrati vanno a rileggersi la legge e scoprono che alcuni codicilli moltiplicano senza ragione i pani e i pesci. Uno è clamoroso: il vitalizio è calcolato su un’aspettativa di vita di 85 anni, ovvero 7/8 anni più degli altri italiani. Di qui un vitalizio/leibrente altissimo, come le meravigliose cime dolomitiche. Ma anche franoso come le Dolomiti. Di fronte alle proteste, il Consiglio regionale è costretto a ricalcolare i vitalizi e con una nuova legge appena varata ignora il mito dei ”diritti acquisiti” e ora chiede la restituzione di una parte delle somme assegnate. O, meglio, del ”beute” per i sudtirolesi. Che in italiano vuol dire malloppo.