Nel giorno in cui l'anagrafe di Napoli trascrive l'atto di nascita di un figlio di una coppia di donne sposate in Spagna, le distanze tra i due alleati emergono con forza nelle dichiarazioni giunte alla fine dell'incontro di Palazzo Chigi. «Ci sono differenze sul merito e sui tempi», sottolinea il capogruppo Pd Luigi Zanda, presente al vertice con il suo omologo centrista Renato Schifani e con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.
Le unioni civili per noi non sono «un'emergenza nazionale» mentre Ap «farà una battaglia leale e coerente sui nostri principi: sì al riconoscimento di diritti individuali patrimoniali, no all'adozione dei bambini. Il tema delle adozioni è un tema che oggi ci divide molto», evidenza Alfano osservando come il Cirinnà-bis vada ancor meno bene del primo testo a prima firma della senatrice Pd.
Renzi, tuttavia, sull'incardinameno del ddl in Aula, non cede anche perché, sottolineano fonti a lui vicine, quella di far approdare il ddl in Assemblea a Palazzo Madama non è una forzatura ma una posizione rispettosa della maggioranza e aperta al confronto in Parlamento. L'iter, insomma, procederà come era nelle intenzioni del premier e segretario Pd.
Domani, dopo l'ok alle riforme la capigruppo voterà - con la sponda del M5S - l'incardinamento dei provvedimento senza mandato al relatore, compreso quel testo Cirinnà-bis sul quale il Pd continua a puntare. Sulla discussione, invece, i tempi si dilatano complice l'inizio della sessione di bilancio e la delicatezza di un tema che va a cadere, tra l'altro, proprio a ridosso dell'inizio del Giubileo.
L'ok di Palazzo Madama, quindi, non dovrebbe arrivare prima di gennaio 2016 e da qui all'anno prossimo tempi e spazio per la discussione saranno assicurati anche perché quello dell'adozione è un tema sul quale anche il Pd è diviso, con i catto-Dem che hanno già presentato un emendamento per l'introduzione dell'affido sul quale potrebbe anche esserci una convergenza. Da Ap, invece, si continua a sottolineare la totale contrarietà sia alla stepchild adoption sia all'affido, puntando i piedi su un tema di bandiera, di certo caro all'elettorato centrista e sul quale il malcontento che serpeggia in Ap nei confronti di una linea reputata troppo filo-renziana potrebbe trovare una forte convergenza.
Martedì si riuniranno gli uffici di presidenza del Pd e quello di Ap, prima della capigruppo che certificherà l'approdo del ddl in Aula. Un disegno di legge sul quale Renzi può contare sulla sponda della minoranza Dem e quella del M5S, puntando così ad un'inedita maggioranza trasversale anche in Aula.