Tetto ai super stipendi in Parlamento, M5S all'attacco: è una “pseudo-riforma”

Tetto ai super stipendi in Parlamento, M5S all'attacco: è una “pseudo-riforma”
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Ottobre 2014, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 18:36
Camera e Senato alle prese con la spending review. Ieri dagli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento è arrivato il via libera all'introduzione graduale del tetto agli stipendi, che per tutti gli altri dipendenti pubblici è in vigore ormai da mesi.



Scendendo nel dettaglio, chi lavora in Parlamento non potrà guadagnare più di 240 mila euro l'anno al netto delle indennità di funzione e degli oneri previdenziali (quindi lo stipendio sforerà di gran lunga il tetto) e potrà puntare a un premio di produttività del 10%. Una serie di sottottetti sono stati poi fissati per ogni categoria di lavoratori impiegati in Camera e Senato. Le misure scatteranno il primo gennaio 2015 per andare a regime in quattro anni, con un sistema a scaglioni per tutte le categorie.



Delusi i deputati del Movimento 5 Stelle che parlano di una “pseudo-riforma”. “Il presunto tetto agli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato è in realtà un'illusione ottica: i 240mila euro tanto sbandierati dai partiti si riferiscono solo a una delle tante voci che compongono la busta paga dei burocrati, alla quale si aggiungono l'indennità di funzione, l'incentivo di produttività e gli oneri previdenziali. Con questa pseudo-riforma, quindi, i funzionari del Parlamento arriveranno a percepire anche 400mila euro”, spiegano i grillini invitando i partiti ad “ammettere che hanno salvato i privilegi delle caste” e a smettere di “prendere in giro i cittadini”.



Entusiasta invece il presidente della Camera, Laura Boldrini, che parla di risparmi pari a 97 milioni di euro in quattro anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA