L'intervista di M. Latella Il ministro Giannini: «Più fondi per mandare gli studenti all'estero»

Stefania Giannini
di Maria Latella
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Domenica 17 Agosto 2014, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 19:57
Nell'agosto del 2013, dalla casa al mare di Marina di Pietrasanta, la senatrice Stefania Giannini parlava molto al telefono con Mario Monti, organizzava la prima festa nazionale di Scelta Civica senza sapere che sarebbe stata l'ultima e pensava che Enrico Letta, da poco presidente del Consiglio, avrebbe governato per i previsti diciotto mesi. Nell'agosto del 2014, sempre dalla casa al mare di Marina di Pietrasanta, Stefania Giannini vive la sua prima estate da ministro dell’Istruzione e se le chiedete se è preoccupata per i dati Istat, la recessione, il giudizio di Moody's sull'Italia risponde che «paradossalmente, sono cose che rafforzano il governo e non consentono rallentamenti sulle riforme». In un anno sono cambiate molte cose in Italia. E invece di organizzare la festa di Scelta Civica, il ministro Giannini organizza la rentrée di milioni di insegnanti e studenti italiani.



E’ vero che è in preparazione un’autentica rivoluzione sulla scuola al prossimo Consiglio dei ministri del 29 agosto, ministro?

«E’ vero che ho avuto diversi incontri preparatori con il presidente del Consiglio e che stiamo studiando insieme una serie di proposte innovative per la scuola».



Oggi i Paesi si giocano quasi tutto sulla formazione dei loro cittadini. Da noi, anche su questo terreno, è mancata la visione.

«Possiamo fare molto. E la comunicazione è fondamentale. Mi ha molto colpito un dato: l'aumento delle iscrizioni agli istituti alberghieri dopo il successo del programma di Sky Masterchef».



Negli USA sta avendo un grande successo un programma prodotto da Ridley Scott, Numbers. Pensa anche lei a una collaborazione con la Tv per far capire come la matematica sia la materia che avrà più glamour nel futuro?

«Sono in corso riflessioni con la Rai. Ma è ancora tutto da decidere».



Questa è la sua prima estate da ministro. Riavvolgiamo il film e torniamo all’agosto 2013. Come immaginava i mesi a venire?

«L'estate scorsa ero una senatrice che considerava i 18 mesi del governo Letta una fase necessaria, un orizzonte realistico. Anche se si cominciava a percepire il rischio di un eccesso di staticità, ad agosto ero ancora abbastanza ottimista».



Il momento peggiore?

«Non nascondo la verità a nessuno, a cominciare da me stessa: l’amarezza legata ai risultati della campagna elettorale. Ho capito presto che stavo andando in guerra armata di una baionetta. E' stato un errore strategico. E un momento amaro. Ma poi si supera. Diciamo che rispetto a Scelta Civica sono stata un medico legale cui è toccato fare l’autopsia invece che la rianimazione».



E la sua vita, un anno dopo, com’è cambiata?

«Fare il ministro impone una continuità di concentrazione e di pensiero. Io poi ho un ministero che non dorme mai: l'anno scolastico comincia tra 15 giorni. Certo, pur considerando divertente e utile l'organizzazione della festa di Caorle, oggi, rispetto all'estate scorsa, ho un compito molto più affascinante. Faccio parte di un governo per il quale la scuola è fondamentale. Sono stati investiti tre miliardi e mezzo di euro per gli edifici scolastici, sono previsti diecimila interventi per i prossimi due anni. Si comincia a capire che saremo ricordati per come avremo adeguato l'istruzione italiana alla domanda globale».



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