LE RISORSE DA TROVARE
Il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio ha fatto sapere che il relativo dossier non è mai arrivato a Palazzo Chigi. Il punto però è che non si tratta di tagliare una voce di spesa già prevista, ma al contrario di reperire risorse fresche per finanziare la nuova stagione di rinnovi. Insomma se non si fa nulla per trovare questi soldi la prosecuzione del blocco è nei fatti, anche se poi serve naturalmente un provvedimento per formalizzarla. Se invece ci fosse un'apertura da parte dell'esecutivo, allora potrebbe iniziare la discussione per il rinnovo relativo al triennio 2015-2017. Anche in questo caso però i dipendenti pubblici si porterebbero dietro il danno economico subito dal 2010 in poi. Per provare a quantificarlo, si può fare un confronto con la dinamica delle retribuzioni contrattuali nel settore privato, che per la verità nello scorso decennio aveva potuto contare su rinnovi meno generosi di quelli concessi nel pubblico. Dal dicembre del 2010 fino allo scorso giugno impiegati e quadri privati hanno avuto un incremento medio di poco superiore al 7 per cento. Applicando lo stesso aumento agli stipendi medi dei dipendenti pubblici (al lordo delle trattenute contributive e fiscali) si avrebbe una teorica crescita del reddito che oscilla tra i circa 1.700 euro dei dipendenti delle autonomie locali, il cui trattamento è relativamente più basso, ai 2.300-2.400 di forze dell'ordine e militari. Naturalmente l'effetto netto è minore.
LE ALTRE VOCI CONGELATE
Se a questi importi si aggiungono quelli più contenuti che sarebbero gradualmente maturati nel corso degli anni - sempre nell'ipotesi di una dinamica simile a quella dei privati - la perdita cumulata è compresa tra i 4.000 e i 5.800 euro, con un valore medio di circa 4.700 per il complesso della pubblica amministrazione.Le cifre non comprendono altre voci al di fuori dei contratti nazionali come premi o incentivi, ugualmente bloccate dalla stretta del 2010 che oltre ai contratti ha congelato qualsiasi incremento individuale; con l'eccezione di alcune categorie come i magistrati (in quanto non contrattualizzati) e i lavoratori della scuola che hanno avuto la possibilità di recuperare almeno gli scatti di anzianità.