Scajola assolto per la compravendita della casa al Colosseo, prosciolto Anemone

Scajola assolto per la compravendita della casa al Colosseo, prosciolto Anemone
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Lunedì 27 Gennaio 2014, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 16:53

L'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola stato assolto in merito alla vicenda della compravendita della casa al Colosseo. Per il giudice il fatto non costituisce reato.

Diego Anemone è stato prosciolto per intervenuta prescrizione del reato nell'ambito del processo sulla compravendita dell'immobile in via del Fagutale, vicino al Colosseo. L'imprenditore Diego Anemone era accusato di finanziamento illecito.

I pm Ilaria Calò e Roberto Felici aveva chiesto tre anni di condanna sia per Scajola che per Anemone e il pagamento di una maxi multa di due milioni di euro. Secondo l'accusa, l'imprenditore avrebbe pagato, attraverso l'architetto Angelo Zampolini, parte (circa 1,1 milioni di euro su 1,7 milioni) della somma versata nel luglio del 2004 da Scajola per acquistare l'immobile e avrebbe poi dato centomila euro per i lavori di ristrutturazione dell'appartamento. La difesa confutò la ricostruzione dei pubblici ministeri affermando in aula che «le prove documentali e testimoniali emerse durante il processo hanno rivelato la superficialità e l'inesattezza delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza».

La telefonata di Scajola a Berlusconi «Ho sempre detto la verità. Questo processo non doveva neanche cominciare perchè era tutto prescritto: la decisione del giudice di assolvermi assume ancora maggior valore». Così l'ex ministro Claudio Scajola al telefono con Silvio Berlusconi subito dopo essere stato assolto.

L'ex ministro Scajola. «Ho sempre detto la verità». E anche quell'«a mia insaputa» (riferito all'acquisto della splendida magione con vista sull'Anfiteatro Flavio costatagli un'inchiesta e il posto da ministro) che tanto lo ha perseguitato ora suona come una verità. Claudio Scajola oggi parla di «tre anni e 9 mesi di sofferenza, di un tempo che nessuno mi restituirà più». «Sono stato ricoperto di fango per tre anni e mezzo - si sfoga su SkyTg24 - È stato un processo mediatico». «Mi ha fatto male e riempito di amarezza non essere creduto - afferma - Ho sofferto nel dover leggere sui giornali cose che non erano vere». La decisione, quindi, di dimettersi da capo del dicastero dello Sviluppo economico. «Ho deciso di fermarmi - prosegue -, ho deciso di rimettere il mio mandato da ministro quando ho capito che le mie spiegazioni non venivano prese in considerazione. Mi rendevo conto che era difficile potermi credere e quando ho visto che mi attaccavano da tutte le parti me ne sono andato». Una vicenda giudiziaria che lo ha segnato ma, oggi, il primo pensiero, va alla famiglia. «Adesso devo pensare a loro - dice -. La politica? Adesso non ci penso ma spero che questa sentenza possa restituirmi la mia credibilità politica». La casa «dello scandalo» è già stata liquidata, ma Scajola, che la lasciò subito dopo la bufera, spera di «liberarsene presto». «Ho già stipulato il compromesso - dice - e mi auguro che possa fare a breve il rogito. Non ci voglio più mettere piede, non ne voglio più sentir parlare».

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