Prodi: «La mia staffetta con D'Alema fu un suicidio: Letta e Renzi non la ripetano»

Romano Prodi
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Domenica 9 Febbraio 2014, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 12:40
Quello fu un suicidio politico e spero che stavolta non si ripeta. Allora non fu ucciso solo un disegno di governo ma anche la speranza di un Paese: cos Romano Prodi, intervistato dal Mattino, commenta l'ipotesi di staffetta Letta-Renzi a Palazzo Chigi, richiamandosi a quella del '98 che lo vide protagonista con D'Alema.



L'ex premier invita Letta a fare «uno scatto», a «rischiare di più», perché in questo momento «la mediazione non paga più. Servono riforme e decisioni coraggiose - dice - Subito la riforma del voto e quella del Senato. Oggi sappiamo che le larghe intese sono da noi pressoché impossibili. E abbiamo il dovere di rimediare a uno sfarinamento che ci sta di fronte. Lo strumento della legge elettorale non è esaustivo ma può servire. Soprattutto se elimina il rischio della governabilità in una delle due Camere». Renzi ora nel Pd «è estremamente forte e deve usare con saggezza questo vantaggio».



Per Prodi la compravendita dei parlamentari è «l'episodio più grave di tutta la storia politica italiana. Mi colpisce come in Italia la compravendita di senatori sia stata sottovalutata e derubricata a poco più che un incidente». La difesa del Senato era quindi «quantomeno doverosa. Se poi per formalizzarla si sia trovata una procedura intelligente, o piuttosto no, è un altro discorso» dice a proposito della decisione di Grasso.



Riferendosi anche allo scenario europeo Prodi sottolinea che «il populismo è il termometro del disagio». «Bisognerebbe iniziare a chiedersi perché esso ha infiltrato tutte le democrazie europee tranne una. La Merkel lo ha spento».
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