L’ATTACCO
«Il governo non ha più né alibi da vantare, né tempo da perdere. Il Pd, con il segretario Renzi, proporrà soluzioni concrete a partire dai prossimi giorni, l’esecutivo non si faccia attendere come Godot», scandisce Marcucci. Ed Ermini incalza: «Si cambi verso. Non possiamo più permetterci soltanto chiacchiere e le promesse degli ultimi vent’anni. Il programma con cui Letta si è presentato va attuato. Su questo possono starci anche Ncd e Scelta civica».
La maggioranza, dunque, dopo le polemiche sul decreto salva-Roma e sul milleproroghe, ancora fibrilla. E le voci sulle richieste di rimpasto sia da parte dei renziani, sia da parte di Scelta civica, mettono a rischio la tenuta delle larghe intese. Il problema che Matteo Renzi e i montiani hanno ben chiaro è la sopravvalutazione della componente alfaniana nell’attribuzione dei ministeri. Il Nuovo centrodestra, infatti, ha tutti dicasteri di prima fascia, a partire da quello dell’Interno, guidato dallo stesso Alfano, per continuare con i Trasporti di Maurizio Lupi, con la Salute della Lorenzin, per finire con l’Agricoltura, attribuita a Nunzia De Girolamo. Davvero troppo per renziani e Scelta civica, nonostante lo strappo consumato dai seguaci di Alfano, abbia, di fatto, consentito la sopravvivenza del governo Letta. Molti, dunque, gli appetiti. Che non si placherebbero con l’attribuzione di qualche posto di sottosegretario, lasciato libero dai forzisti di Berlusconi, dopo il passaggio all’opposizione.
LA RICHIESTA
Sarebbe proprio la voglia di rimpasto a far alzare i toni all’ala renziana dei Democratici, come nota la forzista Mara Carfagna, che prevede «elezioni a breve». Certo, Faraone non fa sconti all’Esecutivo guidato da Enrico Letta. Il responsabile del welfare elenca «il filotto impressionante di errori commessi dal governo. Mentre noi lavoriamo ad un'agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in Parlamento, c’è chi brucia tutto - accusa- così non va». E mentre il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, pur dicendosi «convinto sostenitore di Letta», invita «ad ammettere che il salva-Roma è stato un passo falso del governo, che deve trarre una lezione da questa vicenda», anche Fabrizio Cicchitto del Ncd, ritiene «essenziale che il governo definisca una agenda fortemente innovativa sia sul piano economico che su quello istituzionale».
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