«VIA I CAMPI ROM»
L'altro tavolo è quello interno. «Per combattere la percezione di insicurezza dei cittadini», spiega Emanuele Fiano della segreteria Pd, «già questa settimana il governo procederà a varare un decreto per il Giubileo con l'assunzione di mille agenti di polizia, mille carabinieri e cinquecento finanzieri, attingendo alle graduatorie dei concorsi già svolti».
In più il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sta lavorando a un provvedimento per aumentare le pene dei ”reati predatori”, come scippo e furto in appartamento. «E sempre sul fronte-sicurezza», aggiunge Fiano, «abbiamo già stanziato 2 miliardi per investimenti a favore delle forze dell'ordine, sbloccando i tetti salariali e portando il turnover al 55%. Pensate che il governo di Berlusconi e della Lega l'aveva ridotto al 20% e aveva tagliato 3,5 miliardi al comparto-sicurezza». C'è poi il capitolo dedicato ai rom. Il piano del governo, che dovrà interfacciarsi con il lavoro dei sindaci, prevede la chiusura dei campi nomadi, con alloggi per chi ne ha diritto e l'allontanamento degli altri. Più «un'integrazione effettiva», attuando l'obbligo della frequenza scolastica per i bambini rom. Misure che dovrebbero essere inserite nella legge per lo jus soli (la cittadinanza per i figli nati in Italia da coppie immigrate) programmata per fine luglio in Senato.
LE NORME SUL CONFLITTO
Come annunciato a inizio maggio, Renzi inoltre ha dato il via alla nuova legge sul conflitto d'interessi. Proprio oggi si riunisce il comitato ristretto della commissione Affari costituzionali incaricato di scrivere il testo base. Si parte della bozza di lavoro del relatore Francesco Sanna (Pd), in cui compare una nuova autorità (o commissione) indipendente (eletta sul modello del Csm e della Corte costituzionale), incaricata di valutare «preventivamente» l'esistenza di conflitti d'interessi. Oppure di intervenire successivamente, con sanzioni come la decadenza o il risarcimento del danno, nel caso in cui il membro del governo o il parlamentare, o il componente delle autorità indipendenti (Antitrust, Privacy, ecc.) abbia tenuto nascosto il conflitto.
Secondo il testo base «è in conflitto d'interessi chi comanda un gruppo imprenditoriale - anche mediante partecipazioni incrociate, possesso di azioni o società fiduciarie - che per svolgere la propria attività necessita di concessioni o autorizzazioni dello Stato di rilevante valore economico». Se il “conflitto” è radicale c'è l'ineleggibilità o l'incompatibilità. Oppure, in alternativa, c'è l'obbligo della vendita forzata o il blind trust: un soggetto terzo cui l'imprenditore, che ambisce ad assumere un incarico di governo, affida la gestione della propria attività e con cui «interloquisce solo ed esclusivamente» attraverso l'Autorità di controllo, «fino a conclusione del proprio mandato». Va da sé che Silvio Berlusconi, «avendo il controllo di fatto e di diritto di Mediaset, non potrebbe più fare il premier», dicono al Nazareno.