Riforme, dal Senato alle Regioni ecco le novità punto per punto

Maria Elena Boschi
di Diodato Pirone
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Martedì 10 Marzo 2015, 17:50 - Ultimo aggiornamento: 18:06
Un Senato con poteri concentrati sulle leggi che riguardano gli enti locali, composto da 100 senatori eletti dai Consigli regionali, fra i quali 21 sindaci e cinque senatori in carica per 7 anni nominati dal Capo dello Stato. Meno poteri alle Regioni. Sono questi i due caposaldi della riforma costituzionale approvata ieri in seconda lettura (ora deve abdare al Senato e tronare ala Camera).



Eccone i dettagli:

Senato. Non sarà più eletto dal popolo e non darà più la fiducia al governo. Sarà composto da 95 eletti dai Consigli Regionali (di cui 21 sindaci, uno per regione, due per Trentino e SudTirolo), più cinque

nominati dal Capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo sulle riforme costituzionali e le leggi costituzionali e potrà chiedere alla Camera la modifica delle leggi ordinarie, ma Montecitorio potrà

non tener conto della richiesta. Su una serie di leggi che riguardano il rapporto tra Stato e Regioni, la Camera potrà non dar seguito alle richieste del Senato solo respingendole a maggioranza assoluta.



Senatori. I 95 senatori saranno ripartiti tra le

regioni sulla base del loro peso demografico. I Consigli Regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco.



Immunità. I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l'autorizzazione del Senato.



Regioni. erdono poteri su energia e turismo che tornano allo Stato.



Capo dello Stato. Lo eleggeranno i 630 deputati e i

100 senatori.



Corte Costituzionale. Cinque dei 15 giudici Costituzionali saranno eletti dal Parlamento: 3 dalla Camera e 2 dal Senato.



Referendum. Serviranno 800.000 firme.
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