Berlusconi mantiene il patto con Renzi
«Tu tieni a bada i tuoi matti e io i miei»

Berlusconi mantiene il patto con Renzi «Tu tieni a bada i tuoi matti e io i miei»
di Mario Ajello
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Martedì 15 Aprile 2014, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 17:57

L’incontro numero uno, nella sede del Pd al Nazareno, il 18 gennaio scorso, fu quello della profonda sintonia tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. L’incontro numero due, quello di ieri sera, a sorpresa, ci doveva essere e poi no, poi sì, poi no, forse, chissà: ma eccolo. All’insegna della «profonda sintonia» bis o del salviamo il salvabile? Un po’ tutte e due le cose. Sintetizzate in questa battuta da Berlusconi, ospite a cena a Palazzo Chigi: «Caro Matteo, facciamo così. Io tengo a bada i miei matti e tu tieni a bada i tuoi matti». Il fatto è che entrambi vogliono tenere in piedi l’accordo sulle riforme, e ci riescono. Le modifiche saranno marginali (esempio: Renzi molla sui 21 senatori a vita nominati dal Colle) e i tempi diventano il cuore dell’intesa.

Berlusconi ha chiesto a Renzi garanzie sul Pd: «Il tuo partito regge? Mi sembra in preda al caos e voglioso di farti del male». E Renzi è preoccupato per ciò che succede in Forza Italia, dove la riforma del Senato non la vogliono più e i dubbi sull’Italicum si moltiplicano: «Silvio, ma riesci a fermare i tuoi? Dove vogliono andare? Che cosa vogliono combinare?». Berlusconi: «L’Italicum va bene com’è e dobbiamo approvarlo al più presto». Ne scaturisce un nuovo patto, riguardante i tempi: via libera alla riforma del Senato e a quella del Titolo V della Costituzione, entro il 25 maggio. Così sia Silvio sia Matteo alle elezioni europee avranno la bandiera da riformatori da sventolare. Poi, questo l’accordo, l’approvazione della legge elettorale. Ma l’intendenza seguirà?

E’ un rendez vous tra colombe. Gianni Letta e Denis Verdini accompagnano Silvio. Lorenzo Guerini e Luca Lotti sono insieme a Matteo. Il colloquio dura due ore. «Abbiamo fatto un tagliando al patto di gennaio», assicurano i presenti. Si è parlato anche di nomine, Berlusconi ha mosso qualche critica ma ha anche riconosciuto: «Matteo, hai avuto un coraggio che io non avrei potuto avere. Mi avrebbero sbranato». Matteo: «Hai visto quante donne ai vertici delle aziende?». Silvio: «Lo dici a me, che sono il più femminista di tutti e mi è stato anche rimproverato?».

Il bis Il solo fatto che Berlusconi abbia potuto incontrare di nuovo il premier è una vittoria per lui. Un rilancio d’immagine. La difficile serenità raggiunta sulla propria sorte giudiziaria - «Mi dovrebbero dare i servizi sociali. Quindi non farò come Silvio Pellico che scrisse ”Le mie prigioni”» - si aggiunge al riconoscimento del suo ruolo di padre costituente.

Con questo animo l’ex Cavaliere si è precipitato a Roma per l’incontro a Palazzo Chigi e si è avviato da Renzi, «uno dei pochi a sinistra che non mi ha mai demonizzato». Renzi si mostra sicuro che nel Pd, al netto del fuoco amico che la sinistra interna gli sta scagliando addosso, «non ci saranno molti problemi». «Ma tu», dice il premier rivolto all’ex premier, «come la metti con Brunetta? Non fa altro che sparare bordate». «Renato è fatto così», minimizza il leader di Forza Italia.

Il quale ribadisce che non vuole fare favori a Alfano, e dunque: «Non va abbassata la soglia del 4,5 per cento per i partiti non coalizzati». E Renzi: «Ma non deve essere smontata la legge sul Senato». Berlusconi lo rassicura. Ma davanti al patto bis tra i due leader, non è affatto detto che i «matti» di un campo e quelli dell’altro campo di colpo rinsaviscano.

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