Giustizia, è lite tra i grillini e il Pd. Orlando vede FI: niente patti segreti

Il ministro Orlando
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Venerdì 22 Agosto 2014, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 00:17

La giustizia infiamma, come sempre, i rapporti tra la maggioranza e le opposizioni, con uno scontro particolarmente tempestoso, tanto per cambiare, con i 5 stelle, che accusano il governo «di fare accordi sottobanco con Berlusconi» e disertano l’incontro con il ministro Andrea Orlando. Critiche condivise anche da Lega e Sel, che rifiutano anch’esse il confronto con il Guardasigilli. Tuttavia, Orlando continua a lavorare sulla sua riforma e ostenta un certo ottimismo sulla possibilità di una proficua collaborazione a tutto campo. «Mi auguro di proseguire la discussione con tutte le forze politiche», ribadisce, rimandando al mittente le accuse di aver siglato un’intesa sottobanco con Berlusconi. «Non facciamo accordi più o meno segreti con nessuno - assicura - esiste una maggioranza che fa delle proposte, su cui si confronta con tutti».

RINVIO SUL CSM

Va detto però che nel pacchetto che il Guardasigilli porterà al Consiglio dei ministri del 29 agosto non ci sarà né la riforma del Consiglio superiore della magistratura, né la revisione del sistema delle intercettazioni.

Lo slittamento della riforma del Csm è stata decisa in attesa che il Parlamento elegga gli otto laici di sua competenza consentendo così l'insediamento del nuovo plenum a Palazzo dei Marescialli, che ora opera in regime di tacita proroga. Nel Consiglio dei ministri del 29 agosto andrà, invece, un altro tema scottante, quello della prescrizione.

Forza Italia, per ora, non si esprime ufficialmente sul progetto del ministro della Giustizia. Lo farà Berlusconi ai primi di settembre quando - a detta di esponenti dell’entourage dell’ex Cavaliere - dovrebbe esserci un altro faccia a faccia con Renzi. Cosa che, ovviamente, fa inferocire le altre opposizioni. Ieri, comunque, Forza Italia ha incontrato Orlando e, secondo il senatore forzista Giacomo Caliendo, «il confronto è stato utile. Sono venute ulteriori sollecitazioni a intervenire su alcuni punti che ci riserviamo di affrontare». Per esempio, sul funzionamento della giustizia civile, mentre non ci sarebbero novità sulla riforma delle intercettazioni. «Un rinvio - sottolinea Caliendo - che ci ha molto deluso». Quanto al falso in bilancio, per il forzista «non si può tornare al passato». Insomma, la trattativa con Renzi continua, anche se il Cavaliere incarica i suoi di far trapelare il suo scetticismo. «Noi aspettiamo collaborativi, con una punta di sano scetticismo - spiega il Mattinale di Renato Brunetta - il rinvio della questione del Csm e delle intercettazioni non è un bel segnale. Vedremo».

DA GRILLO NO A PRIORI

I grillini invece dicono no a priori a quella che definiscono «la riforma di Berlusconi» e spiegano perché hanno disertato il confronto con il Guardasigilli: «Non vogliamo incontri di facciata», spiegano in una lettera sul blog di Grillo. «Renzi, ormai, parla soltanto di giustizia civile - si legge nella missiva - proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia, visto che, dopo il Patto del Nazareno, la lotta alla criminalità e, più in generale, la giustizia penale, sono scivolate all'ultimo posto delle priorità dell'esecutivo. Si parla di responsabilità dei giudici, ma Renzi non crede che in Italia dovremmo cominciare a sanzionare seriamente le responsabilità dei criminali, anche se politici?», chiedono polemicamente.

La replica del premier appare durissima e viene affidata al rilancio di un tweet del presidente del Pd, Matteo Orfini, che attacca a testa bassa i 5 stelle, alludendo alla recente presa di posizione del vice presidente della commissione Esteri della Camera, Alessandro Di Battista. «I grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia. Con i terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo». Poco dopo arriva la precisazione di palazzo Chigi: «Il presidente Renzi si è limitato a fare un retweet, ma non ha mai detto che il Movimento Cinque Stelle parla solo con i terroristi». Si prova insomma a distendere gli animi. Ma Grillo è ancor più feroce e cinguetta: «Niente lezioni dal compare del noto pregiudicato».

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