GLI AVVOCATI
«Siamo pronti: il ministro Orlando ha accolto buona parte dei nostri suggerimenti», dice il presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura, Nicola Marino. Che a ragione si dice soddisfatto perché i 23 articoli di questo decreto rappresentano una svolta nei rapporti tra governo e avvocatura dopo anni di contrasti per il sistema di conciliazione obbligatoria voluta dall’allora Guardasigilli Alfano che aveva fatto nascere un’inedita figura di mediatore non coincidente con quella dell’avvocato, e per il crescente aumento del contributo unificato per i ricorsi che avrebbe dovuto disincentivare le cause inutili. Orlando ha aggirato l’ostacolo: ha pienamente coinvolto l’avvocatura nella ricerca di strade alternative alla definizione dei giudizi in tribunale. «Degiurisdizionalizzazione», l’ha chiamata. Parola terribile. Ma che introduce novità concrete.
NEGOZIAZIONI
Per richieste di pagamento fino a 50mila euro e il risarcimento danni da incidente stradale, prima di rivolgersi al giudice sarà obbligatorio tentare di ricomporre la controversia con la mediazione di un avvocato. Il ministero della Giustizia calcola che in questo modo il flusso in entrata diminuirà di circa 60mila cause l’anno. La negoziazione assistita varrà anche per separazioni e divorzi. Ma chi vuole dirsi addio potrà presentarsi direttamente davanti all’ufficiale di stato civile, a condizione però che non ci siano di mezzo né figli minori né figli maggiorenni portatori di handicap. I procedimenti in entrata nei tribunali dovrebbero così diminuire di altri 80mila l’anno. Per le cause pendenti sia in primo grado che in appello, ad eccezione di quelle in materia di lavoro e sui diritti indisponibili, le parti potranno chiedere di promuovere un arbitrato. Il lodo avrà valore di sentenza. E gli arbitri saranno scelti tra avvocati iscritti all’Albo da almeno tre anni. Non solo: per disincentivare i ricorsi inutili o dilatori, è stata prevista la regola generale del «chi perde paga».
TUTELA DEL CREDITO
Il tempo dirà se arbitrati e mediazioni saranno un’arma vincente o se rischiano dei tradursi in un flop come la conciliazione tanto avversata dagli avvocati. Certamente, però, una novità rilevante è rappresentata delle norme per la tutela del credito e per la semplificazione e l’accelerazione del processo dei esecuzione forzata. Non sempre chi vince una causa riesce a vedere eseguito quanto deciso dal giudice. Il creditore, ad esempio, potrà ora conoscere quali sono i beni del suo debitore chiedendo l’accesso on line alle banche pubbliche che contengono le informazioni sui beni pignorabili.
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