Riforma della giustizia: incidenti, divorzi, risarcimenti. Così gli avvocati diventano giudici

Riforma della giustizia: incidenti, divorzi, risarcimenti. Così gli avvocati diventano giudici
di Silvia Barocci
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Domenica 31 Agosto 2014, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 09:00
La sfida, lanciata con la consueta enfasi renziana, senz’altro tra le pi annose e difficili per la giustizia italiana: dimezzare l’arretrato dei 5,2 milioni di cause civili che tengono lontani gli investitori stranieri dal nostro Paese e che quotidianamente mettono a dura prova qualsiasi cittadino metta piede in tribunale per il recupero di un credito, per il risarcimento danni da infortunio stradale o per sancire la fine di un rapporto coniugale. Il decreto legge varato in consiglio dei ministri diventerà operativo nei prossimi giorni, una volta firmato dal Capo dello Stato e pubblicato in Gazzetta ufficiale. E gli avvocati già scaldano i motori. Perché è a loro, ai 240mila legali italiani (contro gli appena 10mila francesi) che le misure messe a punto dal Guardasigilli Orlando affideranno il compito di risolvere le controversie fuori dalle aule di giustizia, tramite arbitrati o mediazioni. Una rivoluzione che si accompagna all’entrata in vigore, dallo scorso luglio, del processo civile telematico.



GLI AVVOCATI

«Siamo pronti: il ministro Orlando ha accolto buona parte dei nostri suggerimenti», dice il presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura, Nicola Marino. Che a ragione si dice soddisfatto perché i 23 articoli di questo decreto rappresentano una svolta nei rapporti tra governo e avvocatura dopo anni di contrasti per il sistema di conciliazione obbligatoria voluta dall’allora Guardasigilli Alfano che aveva fatto nascere un’inedita figura di mediatore non coincidente con quella dell’avvocato, e per il crescente aumento del contributo unificato per i ricorsi che avrebbe dovuto disincentivare le cause inutili. Orlando ha aggirato l’ostacolo: ha pienamente coinvolto l’avvocatura nella ricerca di strade alternative alla definizione dei giudizi in tribunale. «Degiurisdizionalizzazione», l’ha chiamata. Parola terribile. Ma che introduce novità concrete.



NEGOZIAZIONI

Per richieste di pagamento fino a 50mila euro e il risarcimento danni da incidente stradale, prima di rivolgersi al giudice sarà obbligatorio tentare di ricomporre la controversia con la mediazione di un avvocato. Il ministero della Giustizia calcola che in questo modo il flusso in entrata diminuirà di circa 60mila cause l’anno. La negoziazione assistita varrà anche per separazioni e divorzi. Ma chi vuole dirsi addio potrà presentarsi direttamente davanti all’ufficiale di stato civile, a condizione però che non ci siano di mezzo né figli minori né figli maggiorenni portatori di handicap. I procedimenti in entrata nei tribunali dovrebbero così diminuire di altri 80mila l’anno. Per le cause pendenti sia in primo grado che in appello, ad eccezione di quelle in materia di lavoro e sui diritti indisponibili, le parti potranno chiedere di promuovere un arbitrato. Il lodo avrà valore di sentenza. E gli arbitri saranno scelti tra avvocati iscritti all’Albo da almeno tre anni. Non solo: per disincentivare i ricorsi inutili o dilatori, è stata prevista la regola generale del «chi perde paga».



TUTELA DEL CREDITO

Il tempo dirà se arbitrati e mediazioni saranno un’arma vincente o se rischiano dei tradursi in un flop come la conciliazione tanto avversata dagli avvocati. Certamente, però, una novità rilevante è rappresentata delle norme per la tutela del credito e per la semplificazione e l’accelerazione del processo dei esecuzione forzata. Non sempre chi vince una causa riesce a vedere eseguito quanto deciso dal giudice. Il creditore, ad esempio, potrà ora conoscere quali sono i beni del suo debitore chiedendo l’accesso on line alle banche pubbliche che contengono le informazioni sui beni pignorabili.
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