Primarie Pd, Renzi trionfa. Oggi la nuova segreteria. «Ora basta alibi, battuto l’inciucio»

Renzi esulta dopo la vittoria alle Primarie Pd
di Claudio Marincola
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Lunedì 9 Dicembre 2013, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 14:31

Da oggi non ci sono pi alibi per nessuno, l’inciucio battuto, non possiamo pi aspettare per il cambiamento».

Nel giorno del trionfo Matteo Renzi lancia il primo avviso. Il primo, forse, di una lunga serie. Ha stravinto al Nord, ha espugnato le roccaforti dei suoi avversari al Sud. Stravinto la sfida dell’affluenza. Portato ai gazebo circa 3 milioni di elettori che lo hanno incoronato nuovo segretario con il 67,8% dei voti, seguito da Gianni Cuperlo (18%) e Pippo Civati (14,2%). (I risultati)

Il conteggio finale riporta la partecipazione ai livelli del 2007, quando Veltroni venne eletto alle primarie con il 75,8% dei voti; eguaglia i 3 milioni del 2009 quando a imporsi fu Bersani con il 53,2%. Un successo annunciato e al tempo stesso sorprendente nelle dimensioni, quello del rottamatore. Su 7197 sezioni scrutinate ha ottenuto quasi 1 milione e 650 mila. La quota due milioni non sembra irraggiungibile. Renzi può dire che il risultato «non segna la fine della sinistra ma di un gruppo dirigente».

SINISTRA SOTTO SCHOC

Per la sinistra Pd è una débacle. Rischia di perdere strada facendo i suoi cromosomi. Lo scontro con i competitors del sindaco è stato senza storia. l’esito finale stride persino con il voto dei congressi locali, un voto che aveva visto prevalere - non senza polemiche e veleni - il fiorentino con il 46,7%. e dunque con uno scarto di soli 8 punti su Cuperlo, il grande sconfitto di ieri. Ora tra i due ci sono 50 punti di distacco in percentuale. Un abisso. Il deputato triestino non è riuscito a dissipare negli elettori quel suo senso di affinità e parentela con la vecchia nomenclatura. «Mi sono candidato e ho perso - ha ammesso alla fine Cuperlo, dopo essersi complimentato con Renzi - la responsabilità di quello che non siamo riusciti a fare è interamente mia». E ha aggiunto: «La sinistra ora ha una storia interamente nuova da scrivere». Niente di più vero.

CALABRIA ESPUGNATA

Il segretario uscente Epifani è stato il primo a dichiarare che «Renzi avrà un mandato e una responsabilità molto forte», Parole pronunciate quando si era ancora a metà scrutino. Il rottamatore era in testa in tutte le regioni, sfiorava il 79% nella sua Toscana. Si profilava una vittoria netta anche nei «feudi» del suo principale avversario, in Campania, e soprattutto in Calabria, «la regione più bersaniana d’Italia». I consensi più larghi al nuovo segretario sono arrivati dalle Marche (76,6%) e, proprio, dall’Emilia-Romagna (71,4%), la regione «rossa», fino a qualche mese fa zona «proibita». Il successo è stato netto ovunque, Renzi ha raddoppiatro i voti, asfaltato la via Emilia, con la punta di Cesena (80%), il 65% di Bologna (e il 55% della Bolognina). Nel Lazio i voti per Renzi oscillano intorno al 63,7%, Cuperlo è al 19,1%, Civati al 20,7%. A Roma, dove hanno votato circa 150 mila elettori, Renzi si è attestato intorno al 60%. Sul filo di lana la sfida tra Civati e Cuperlo. Con il primo che prevale nei quartieri bene, Prati, Parioli, Monte Mario, Balduina.

RENZIANA VIA DEI GIUBBONARI

Renzi ha vinto a mani basse anche nella storica sezione di via dei Giubbonari, il circolo del Pd assaltato due settimane fa dai No Tav. una ex sezione «rossa», un presidio storico della sinistra che conta tra i suoi iscritti il presidente della Repubblica Giorguio Napolitano. Vittoria simbolica: 716 voti, contro i 272 di Civati e i 225 di Cuperlo. Il quale Cuperlo ha ottenuto i suoi migliori risultati in Basilicata (35,%), in Campania (34%) e nella Puglia di D’Alema (28%) . In Lombardia lo scrutinio è andato a rilento: il nuovo leader del Pd viaggia intorno al 68%, Civati è secondo. Ma è soddisfatto. E dice: «Un ottimo risultato, con questo gruppo dirigente possiamo vincere le elezioni».