FIRENZE - Non una proposta di legge elettorale, ma tre. Non un vertice a porte chiuse fra politici di maggioranza ma una lettera inviata a tutti i partiti e resa pubblica subito dopo. Non «chiacchiere» ma parole scritte perché «carta canta» e non ci saranno «più alibi per nuovi rinvii».
E’ racchiusa in una missiva ai partiti di maggioranza e di opposizione di cui nessuno sapeva nulla (solo il premier Letta), l’accelerata del neo segretario del Pd Matteo Renzi intenzionato ad avviare subito i lavori per superare il Porcellum il più presto possibile, perché «non si può perdere neanche un secondo». Insofferente verso le riunioni di palazzo e deciso a cambiare stile alla politica attraverso proposte pubbliche, il leader democratico ha scoperto le carte e messo la politica in moto già nel primo giorno lavorativo del nuovo anno. «Basta politichese – ha spiegato – basta liturgie della politica stanca, sono allergico alla riunionite, se ne può guarire».
«STABILITÀ E ALTERNANZA»
Consapevole che il Pd è il primo partito di governo e che potrebbe presentare una propria proposta di legge elettorale, Renzi ritiene però che le regole non si fanno da soli. «Quando si fanno le riforme – ha spiegato – si chiamano tutti gli altri partiti.
INCONTRI BILATERALI
«Sono convinto che il Pd possa vincere con tutte e tre le proposte, però si vince se si hanno idee credibili e interessanti per gli italiani», ha aggiunto parlando delle proposte nella sua Firenze e precisando che «cominciare a fare le riforme è il miglior commento al bel discorso del presidente Giorgio Napolitano». Secondo il segretario insomma adesso non ci sono più alibi: «Se c’è la volontà politica – ha detto – in un mese si chiude». Le proposte sono partite ieri e sono state indirizzate a tutti, Berlusconi e Grillo compresi. «Già dalla prossima settimana sarà nostra cura chiedere appuntamenti bilaterali a chi sarà disponibile ad incontrarsi», ha spiegato Renzi. Ma il sindaco-segretario si muove anche su altri fronti, come la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie con la conseguente cancellazione di incarichi elettivi e retribuiti, sul job act, (per il quale cerca un’intesa dentro la maggioranza), sulla modifica della Bossi-Fini e sulle unioni civili. Ora che le carte sono in tavola, cominciano i giochi. «Il Pd – avvisa Renzi – è pronto a recepire suggerimenti e critiche. Ma chiediamo certezza dei tempi e trasparenza: la politica non può fare passi falsi».