Legge elettorale, Renzi incalza i partiti: basta alibi ecco tre proposte

Matteo Renzi
di Silvia Pasquini
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Venerdì 3 Gennaio 2014, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 08:00

FIRENZE - Non una proposta di legge elettorale, ma tre. Non un vertice a porte chiuse fra politici di maggioranza ma una lettera inviata a tutti i partiti e resa pubblica subito dopo. Non «chiacchiere» ma parole scritte perché «carta canta» e non ci saranno «più alibi per nuovi rinvii».

E’ racchiusa in una missiva ai partiti di maggioranza e di opposizione di cui nessuno sapeva nulla (solo il premier Letta), l’accelerata del neo segretario del Pd Matteo Renzi intenzionato ad avviare subito i lavori per superare il Porcellum il più presto possibile, perché «non si può perdere neanche un secondo». Insofferente verso le riunioni di palazzo e deciso a cambiare stile alla politica attraverso proposte pubbliche, il leader democratico ha scoperto le carte e messo la politica in moto già nel primo giorno lavorativo del nuovo anno. «Basta politichese – ha spiegato – basta liturgie della politica stanca, sono allergico alla riunionite, se ne può guarire».

«STABILITÀ E ALTERNANZA»

Consapevole che il Pd è il primo partito di governo e che potrebbe presentare una propria proposta di legge elettorale, Renzi ritiene però che le regole non si fanno da soli. «Quando si fanno le riforme – ha spiegato – si chiamano tutti gli altri partiti.

Poi se uno non ci vuol stare lo dice. Ma senza troppi giri di parole. E lo dice davanti all’opinione pubblica». Dunque il Pd rinuncia a formulare un’unica proposta ma offre «tre diversi modelli di legge che tutte le forze politiche in passato, ciascuno su una, hanno definito accettabili». Proposte che spaziano dal doppio turno come per eleggere i sindaci, fino al modello spagnolo con premio di maggioranza e circoscrizioni piccole, per arrivare infine alla rivisitazione della legge Mattarella con premio di maggioranza al posto del recupero proporzionale. Sistemi elettorali diversi fra loro che però hanno in comune, secondo il leader Pd, «la certezza fin da subito di chi ha vinto, la fine degli inciuci, la garanzia della stabilità e dell’alternanza». E quindi al Pd vanno bene tutte e può rinunciare alla sua proposta preferita «per dare un contributo a superare l’incartamento degli ultimi 20 anni».

INCONTRI BILATERALI

«Sono convinto che il Pd possa vincere con tutte e tre le proposte, però si vince se si hanno idee credibili e interessanti per gli italiani», ha aggiunto parlando delle proposte nella sua Firenze e precisando che «cominciare a fare le riforme è il miglior commento al bel discorso del presidente Giorgio Napolitano». Secondo il segretario insomma adesso non ci sono più alibi: «Se c’è la volontà politica – ha detto – in un mese si chiude». Le proposte sono partite ieri e sono state indirizzate a tutti, Berlusconi e Grillo compresi. «Già dalla prossima settimana sarà nostra cura chiedere appuntamenti bilaterali a chi sarà disponibile ad incontrarsi», ha spiegato Renzi. Ma il sindaco-segretario si muove anche su altri fronti, come la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie con la conseguente cancellazione di incarichi elettivi e retribuiti, sul job act, (per il quale cerca un’intesa dentro la maggioranza), sulla modifica della Bossi-Fini e sulle unioni civili. Ora che le carte sono in tavola, cominciano i giochi. «Il Pd – avvisa Renzi – è pronto a recepire suggerimenti e critiche. Ma chiediamo certezza dei tempi e trasparenza: la politica non può fare passi falsi».