Renzi, battuta sul Teramo in serie D scatena il putiferio. Palazzo Chigi: il premier non voleva irridere

Renzi, battuta sul Teramo in serie D scatena il putiferio. Palazzo Chigi: il premier non voleva irridere
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Giovedì 27 Agosto 2015, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 08:49
Ha scatenato un putiferio la battuta del premier Matteo Renzi sul Teramo durante la sua contestata visita a L'Aquila. Tanto che oggi è dovuto intervenire Palazzo Chigi per cercare di calmare le acque.



Fonti della presidenza del Consiglio hanno sottolineano infatti come nel corso della sua visita all'Aquila, il premier non abbia irriso né inteso irridere alla città di Teramo e ai suoi cittadini in merito alle questioni sportive. Nessuna scusa però come chiesto invece dal sindaco della città.



«Una parte dei miei contestatori era legata al Teramo in serie D», aveva detto Renzi l'altro ieri a L'Aquila, suscitando le ire di cittadini e tifosi sul web con tanto di nascita della pagina Facebook "Renzi Teramo ti odia". Il sindaco Maurizio Brucchi ha addirittura chiesto le dimissioni del premier dal suo profilo Facebook. Una richiesta alla quale nel primo pomeriggio di ieri è seguito un comunicato ufficiale dove però il primo cittadino si è limitato a chiedere le scuse ufficiali del premier, pur lasciando inalterato il post di ieri sera lanciato dal social network.



«Inaccettabili e offensive le dichiarazioni con le quali il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della sua visita a L'Aquila ha deriso, e irriso, le difficili e controverse vicissitudini della Teramo Calcio che, proprio in queste ore, vedrà fatta chiarezza sul proprio futuro calcistico - scrive il primo cittadino nel comunicato ufficiale - inaccettabili ed offensive per Teramo, per i teramani, per una splendida tifoseria».



Una «caduta di stile - come definisce Brucchi la battuta di Renzi - che stride, felicemente, con quello che in questi mesi ha invece contraddistinto il Governatore Luciano D'Alfonso per la sensibilità e l'operativa concretezza messe in campo proprio per assicurare le giuste condizioni affinchè la squadra biancorossa potesse affrontare il prossimo Campionato della conquistata Serie B nel proprio Stadio 'G. Bonolis'».



La richiesta di pubbliche scuse è stata avanzata anche dal Pd teramano. E, a margine di un evento, è intervenuto lo stesso D'Alfonso: «Il presidente ieri - ha spiegato il Governatore dell'Abruzzo - aveva rilevato su alcune scritte apparse anche la segnalazione del problema della per così dire declassifica del Teramo e su questo il presidente Renzi ha usato una battuta da sportivo quale è, ma io voglio per esempio dare una mano concreta, nel rispetto delle procedure, affinchè le ragioni della comunità sportiva teramana vengano rispettate».



Oggi a Roma intanto protesta pacifica dei tifosi del Teramo in concomitanza con la discussione del ricorso del club abruzzese contro la retrocessione in serie D decisa dal Tribunale nazionale della Figc nell'ambito del processo sportivo sul calcioscommesse. I sostenitori del Teramo, oltre un centinaio, sono arrivati nella Capitale a bordo di due pullman e diverse macchine per un sit-in di protesta davanti all'albergo dove oggi pomeriggio sono in programma le udienze della Corte d'Appello.



I tifosi, controllati dalle forze dell'ordine, hanno srotolato alcuni striscioni con su scritto "Serie B conquistata sul campo" e "#iostoinB". Non sono mancati cori contro l'Ascoli, la squadra che prenderebbe il posto degli abruzzesi nel campionato cadetto se dovesse essere confermata la sanzione per la presunta combine di Savona-Teramo, partita della scorsa stagione di Lega Pro che ha consentito agli abruzzesi di ottenere la promozione in B.
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