Renzi ai sindacati: sciopero inventato. Camusso: ascolti solo chi ti dà ragione

Susanna Camusso
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Giovedì 20 Novembre 2014, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 09:34

«Salvini e Camusso sono due facce della stessa medaglia». E' durissimo il nuovo attacco che Matteo Renzi sferra ai sindacati dai microfoni di Rtl102.5. Loro, dice il premier, «sono dei leader della protesta. Io li rispetto ma non posso permettermi la protesta, io sono quello che ci prova. La replica della Camusso non si fa attendere: «Ascolta solo chi gli dà ragione».

«Vado avanti» «Il Paese - continua - è diviso in due: tra chi si rassegna e chi va avanti.

Ma chi oggi in Italia continua a tener duro sta ottenendo risultati. Non mi preoccupo: possono far scioperi ma noi abbiamo promesso che cambieremo e, piazza o non piazza, le cose le cambiamo», risponde all'annuncio dello sciopero generale, il 12 dicembre, di Cgil e Uil.

«Sciopero inventato» - «Non mi preoccupo di far scioperare le persone ma farle lavorare. Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare scioperi, mi preoccupo di creare posti di lavoro perché c'è ancora tantissimo da fare». «Ci sono stati più scioperi in queste settimane che contro tutti gli altri governi. Ma il governo sta cercando di mettere in piedi tutte le azioni necessarie per far ripartire il lavoro. Se coloro i quali non hanno mai scioperato in passato, oggi scioperano sempre, gli faccio i miei auguri».

Il tweet Più tardi Renzi twitta un messaggio più distensivo: «Profondo rispetto per chi sciopera: va benissimo e non faremo nessuna polemica perché è un diritto costituzionale garantito che rispetteremo sempre e comunque». E ancora: «Rispetto per il diritto costituzionale allo sciopero. Ma noi non ci fermiamo. Questa Italia la cambiamo».

L'ipotesi fiducia Sul Jobs act «siamo pronti a mettere la fiducia se serve, ma non è detto che ce ne sia bisogno. A ieri sembrava di no. Vedremo nei prossimi giorni», ha aggiunto. «Siamo pronti con i decreti attuativi» della delega lavoro. «Arriveranno nei primi trenta giorni» dall'entrata in vigore. «Saremo rapidissimi».

Il tema Quirinale «È nel pieno diritto» di Giorgio Napolitano «lasciare prima del tempo. Nessuno deve tirargli la giacchetta, neanche io. A me farebbe piacere che restasse il più possibile ma sarà lui a decidere e qualunque sia la decisione dovrà avere la gratitudine di tutti gli italiani e soprattutto delle forze politiche», ha detto infine a proposito del «mandato a tempo» di Napolitano.

La replica di Camusso «Il problema ormai sempre più evidente del presidente del Consiglio è che lui dialoga solo con chi gli dà ragione e non si pone invece il problema che se i lavoratori hanno riempito la piazza il 25 ottobre a Roma, e se continua la mobilitazione forse bisognerebbe ascoltare le ragioni di quel disagio nel mondo del lavoro e dare risposte positive». Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, risponde da Bologna alle parole del premier che ha definito Camusso e Salvini «leader della protesta».

Per lo sciopero generale del 12 dicembre «la Cisl ha fatto valutazioni di tipo diverso, credo che siano delle valutazioni rassegnate rispetto al fatto che non si possa cambiare questa situazione», ha detto il segretario generale della Cgil. «Credo che da sempre invece la funzione del mondo del lavoro - ha aggiunto - sia quella di cambiare le situazioni che non vanno bene e non rassegnarsi».

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