Renzi, nuovo affondo a Letta sulla fiducia: «Il Pd ha i numeri per governare: ora o mai più»

Matteo Renzi ospite a Piazza Pulita su La 7
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Lunedì 2 Dicembre 2013, 23:40 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 00:45
Matteo Renzi, ospite di "Piazza Pulita" su La 7, vuole la golden share sul governo Letta e torna ad avvertire gli alleati di "minoranza". Se vincerà le primarie già la verifica di governo dell'11 dicembre dovrà fare i conti con quello che è il suo programma per vincere la segreteria del Pd, il partito di maggioranza del governo. E già dal 9 dicembre, dopo aver annunciato la squadra che metterà in campo, alla riunione dei gruppi parlamentari del partito si discuterà del programma che dovrà seguire il governo Letta.



«Il Pd ha ora la maggioranza per fare le cose: o ora o mai più» avverte il sindaco di Firenze che mette bene in chiaro: «Se Grillo e Berlusconi vedono un governo che tentenna ci portano via di peso. Io voglio che il Pd faccia le cose sul serio». E il suo pressing, assicura, è volto tutto ad evitare la sconfitta definitiva del Pd: «Quello mio non è un ultimatum al governo. Io mi gioco la faccia. Altrimenti mi metterei all'angolo ad aspettare il disastro».



Anche Alfano è di nuovo avvertito. Le cose da fare le decide il Pd che ha 300 deputati contro i 60 di Alfano. «Il centrodestra tutto vuole fare tranne che andare alle elezioni: dirà siamo disponibili a tutto, o quasi, per arrivare al 2015». Pd e governo, insomma, dovranno prendere atto che se vince Renzi vince un programma che gli italiani si aspettano venga rispettato. Il programma con cui pensa di vincere le primarie. E che vede al primo posto una «riforma seria della politica» che porti ad un risparmio di 1 miliardo di euro da destinare al territorio e al sociale.



Poi un grande Job Act, un piano sull'occupazione destinato a creare nuovi posti «non un milione come diceva per slogan Berlusconi») e sfoltire le migliaia di norme che ingessano il mercato del lavoro. E poi l'Europa. Passando per la legge elettorale che è il nuovo avvertimento che Renzi manda al governo: «non la fanno i saqgi o il ministro delle riforme Quagliariello, si fa in Parlamento». E anche in questo caso si farà quello che il Pd deciderà: «l'8 dicembre gli italiani sceglieranno il segretario e la linea del partito capo della coalizione».



Per il resto Renzi tiene a distanza la Cgil, («il sindacato fa il suo mestire il Pd il suo»), salva la riforma Fornero per quanto riguarda le pensioni (salvo la grana esodati) e la boccia sul lavoro.
E lancia anche lui il suo slogan: «È di sinistra chi abbassa le tasse non chi le alza. Magari foraggiando le spese della politica».
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