«Il Pd ha ora la maggioranza per fare le cose: o ora o mai più» avverte il sindaco di Firenze che mette bene in chiaro: «Se Grillo e Berlusconi vedono un governo che tentenna ci portano via di peso. Io voglio che il Pd faccia le cose sul serio». E il suo pressing, assicura, è volto tutto ad evitare la sconfitta definitiva del Pd: «Quello mio non è un ultimatum al governo. Io mi gioco la faccia. Altrimenti mi metterei all'angolo ad aspettare il disastro».
Anche Alfano è di nuovo avvertito. Le cose da fare le decide il Pd che ha 300 deputati contro i 60 di Alfano. «Il centrodestra tutto vuole fare tranne che andare alle elezioni: dirà siamo disponibili a tutto, o quasi, per arrivare al 2015». Pd e governo, insomma, dovranno prendere atto che se vince Renzi vince un programma che gli italiani si aspettano venga rispettato. Il programma con cui pensa di vincere le primarie. E che vede al primo posto una «riforma seria della politica» che porti ad un risparmio di 1 miliardo di euro da destinare al territorio e al sociale.
Poi un grande Job Act, un piano sull'occupazione destinato a creare nuovi posti «non un milione come diceva per slogan Berlusconi») e sfoltire le migliaia di norme che ingessano il mercato del lavoro. E poi l'Europa. Passando per la legge elettorale che è il nuovo avvertimento che Renzi manda al governo: «non la fanno i saqgi o il ministro delle riforme Quagliariello, si fa in Parlamento». E anche in questo caso si farà quello che il Pd deciderà: «l'8 dicembre gli italiani sceglieranno il segretario e la linea del partito capo della coalizione».
Per il resto Renzi tiene a distanza la Cgil, («il sindacato fa il suo mestire il Pd il suo»), salva la riforma Fornero per quanto riguarda le pensioni (salvo la grana esodati) e la boccia sul lavoro.
E lancia anche lui il suo slogan: «È di sinistra chi abbassa le tasse non chi le alza. Magari foraggiando le spese della politica».
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