Renzi: con Letta chiarito, lui più forte con me segretario

Renzi: con Letta chiarito, lui più forte con me segretario
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Domenica 6 Ottobre 2013, 12:19 - Ultimo aggiornamento: 12:22
Anche Letta ha capito che bisogna cambiare e sa che, con me segretario, il governo sarebbe pi forte, non pi debole. Cos Matteo Renzi in una lunga intervista alla Stampa nella quale racconta che con il premier nell'incontro a Palazzo Chigi c'è stato un chiarimento «senza giri di parole».



«Gli ho detto che se diventassi segretario del Pd non mi chiederei ogni giorno cosa fare per danneggiare lui e Alfano. Il mio non sarà mai un partito con la matita rossa per fare le pulci al governo». E niente fretta per tornare alle elezioni: «Sono ambizioso, ma non smanio per andare al voto. Se Enrico durerà ancora dieci anni, farò dell'altro, allora avrò l'età che lui ha adesso».



Chiunque vinca il congresso, dice il sindaco di Firenze, «il Pd ne uscirà ancora più bipolarista, ma sarà un bipolarismo gentile e rispettoso». E non c'è spazio per il grande centro, aggiunge, perché sia Letta che Alfano sono bipolaristi convinti. Proprio Alfano non va indicato come traditorè perché «si è trovato a dover scegliere tra la fedeltà all'uomo cui deve tutto e quella a un Paese per il quale ha giurato. Mi fanno più pensare i Giovanardi».



Mentre Berlusconi è «all'epilogo» e «mi fa rabbia perché ha cambiato il calcio, la Tv e l'edilizia ma non la politica: non solo non ha fatto le cose che volevamo noi ma nemmeno quelle che voleva lui».



Per Renzi resta la necessità per il partito di «ridisegnarsi», come aveva immaginato anche Veltroni che «aveva scritto il film giusto ma ha sbagliato a credere che potessero recitarlo gli attori che avevano trasformato le pellicole precedenti in un flop. Nel mio Pd andranno avanti i più bravi non i più fedeli, dichiarerò guerra alla mediocrità».



Lo slogan per la campagna delle primarie è pronto, «l'Italia cambia verso», e sarà diversa dalla precedente, non più uno one man show, «vorrei che Pd diventasse sinonimo di leggerezza calviniana».



Infine un passaggio anche sul vice ministro all'Economia Stefano Fassina «non è cattivo, ma non ha mai amministrato nulla, non sa di cosa parla. Ormai lui dichiara a piacere su tutto».