Renzi a Pesaro: «Il Pd deve tirare fuori il coraggio. Se vinciamo noi risparmieremo un miliardo di costi della politica»

Matteo Renzi
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Domenica 1 Dicembre 2013, 13:33 - Ultimo aggiornamento: 14:19
Nuovo affondo di matteo Renzi dal Teatro Rossini di Pesaro, dove si recato per la campagna elettorale delle primarie del Pd. «Il Pd deve tirare fuori il coraggio, l'orgoglio, la responsabilità. Non può soltanto inseguire ciò che fa il Governo o il resto della maggioranza, deve iniziare a dire le cose che secondo noi servono e su questo essere molto duro».



«L'otto dicembre chi vota per noi vota per una riforma elettorale in cui chi vince vince, chi vince governa senza inciuci per cinque anni, da solo, e se tu non sai governare poi vai a casa la volta dopo. Se vinciamo noi
», ha continuato il sindaco, «l'otto dicembre andiamo dal governo e gli diciamo: "Caro governo, sono 2,5 miliardi di euro i costi della politica? In un anno noi possiamo arrivare ad un miliardo in meno". Si può fare - ha spiegato il candidato segretario del Pd - in un modo molto semplice, elencando le cose da fare e superando un meccanismo per il quale tutto e sempre indispensabile. «Mezzo miliardo lo mettiamo a servizio del sostegno alla disabilità, e facciamo la pace con gli italiani. Altri 500 milioni li mettiamo a disposizione di chi ha bisogno sul territorio. Mi piange il cuore - ha osservato - vedere come a pochi giorni dall'alluvione della Sardegna non si parla più, e la notizia è finita a pagina 23 dei quotidiani».



«Un partito che si chiama di sinistra, il Pd, non può fare il partito del lavoro soltanto ai convegni». Così Renzi ha lanciato un appello affinchè «il Pd torni a parlare con il mondo del lavoro, che oggi non lo vota più». Il sindaco di Firenze propone al governo «un pacchetto di misure».



«Non stiamo dicendo ora non più larghe intese, tutti a casa. Non stiamo dicendo questo», ha puntualizzato il sindaco parlando di riduzione dei costi della politica, lavoro ed Europa della crescita «Ci sono cose giuste e banali che da 20 anni in Italia non si fanno. Queste tre cose riusciamo a farle o no?».



«Siamo stati ad assistere a quello che faceva lui» ha continuato Renzi riferendosi a Silvio Berlusconi, «ma non è lui che ci detta l'agenda». «Voglio un Pd - ha sottolineato in un altro passaggio del suo discorso - che non ha paura, non un partito rannicchiato», ma un partito «fatto da persone leali», che ritrovi anche la capacità di scoprire una politica «difficile e complicata, certo, ma anche allegra, che abbia una visione di futuro. Vediamo se riusciamo tutti a cambiare gioco, a cambiare verso a questo Paese».



Renzi si è fermato a parlare con un gruppo di insegnanti, genitori e bambini, in piazza con cartelli e striscioni nella "Giornata dei servizi all'infanzia", che chiedevano una nuova legge sulla continuità educativa per i bimbi da zero a sei anni «La priorità più grande è tornare a credere nell'educazione, nell'istruzione, è la sfida educativa».



C'è stato poi un breve intermezzo tra il candidato segretario del Pd Matteo Renzi ed un elettore «pentito» del Movimento 5 stelle, che aveva alzato la mano alla domanda di Renzi su quanti fossero gli elettori di Grillo in sala. «L'ho votato, ma non lo voto più», ha detto un signore dalla platea, e Renzi di rimando: «Oggi c'è il Vaffa day, ma anche lo stesso Grillo dice "non sono riuscito a fare niente". Voleva cambiare il Paese, la politica, ma si è accorto che il sistema è totalmente bloccato. I parlamentari 5 stelle - ha concluso Renzi - se ne stanno sul tetto e io gli ho detto più volte scendete di un piano, il piano giusto è di sotto».




Alfano «Se Renzi ha l'obiettivo, dopo essersi seduto nella sedia di segretario del Pd, di prendere la sedia di Enrico Letta, è sufficiente che lo dica con chiarezza senza bisogno di fare come la vecchia politica, di girarci attorno». Lo dice il leader del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano, intervistato dal Tg2.



«Renzi sa che ad una settimana dalle primarie deve spararla grossa per arrivare primo per quantità di voti e di votanti. Per fortuna le primarie si stanno concludendo, visto che se ne parla da sei mesi. Finalmente dopo si potrà parlare dei problemi dell'Italia».
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