Renzi: «Non mollo, Pd speranza per tutta Europa. Basta lezioni dai tecnici della prima Repubblica»

Renzi: «Non mollo, Pd speranza per tutta Europa. Basta lezioni dai tecnici della prima Repubblica»
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Domenica 7 Settembre 2014, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 08:06

Li portiamo tutti a mangiare i tortellini: oggi facciamo il patto del tortellino con i leader della sinistra europea». È la battuta del premier Matteo Renzi, parlando con i militanti che lo hanno accolto alla Festa dell'Unità di Bologna, dove oggi ha incontrato il premier francese Manuel Valls e il segretario del Partito socialista spagnolo Pedro Sanchez.

«Noi siamo impegnati per fare dell'Europa una cosa seria. Non ci interessano vincoli di bilancio e spread ma valori, dignità e ideali comuni», ha detto Renzi.

«Non sono le perle che fanno la collana è il filo, e il filo siete voi: il più grande partito in Europa, considerato uno speranza in tutta Europa, deve lasciarci i brividi, deve darci una responsabilità, insieme dobbiamo cambiare l'Europa, questo tipo di Europa la possiamo fare soltanto se il Pd fa il suo mestiere». Così Renzi si è poi rivolto, dal palco della festa nazionale dell'Unità di Bologna ai militanti del Pd, commentando il risultato raggiunto alle elezioni europee.

«Finora i tecnici ci hanno detto che è finita la luna di miele. A noi ci porta bene ma c'è una parte di esperti del paese, cresciuta all'ombra della prima repubblica incapace per 20 anni di leggere Berlusconi, non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma non accettiamo lezioni», ha continuato Renzi.

«Gli 80 euro sono un'idea di civiltà: l'idea che chi ha sempre pagato si vede restituito qualcosa. È un atto di giustizia sociale più che una misura economica», ha aggiunto il premier.

«C'è chi dice che l'Italia è un grande paese ma che non ce la fa più, che ora deve cambiare i modelli, ridurre i salari e competere con quei paesi che fanno prodotti a costi minore: per me è un modello sbagliato perchè schiaccia l'Italia su un livello che non è il suo», ha sottolineato ancora il segretario del Pd. «La globalizzazione - ha detto - porta 800 milioni di nuovi consumatori che chiedono più Italia, bellezza, qualità».

«Abbiamo detto mai più precari e supplenti ma anche che gli scatti non siano solo sull'anzianità ma sulla base della qualità del lavoro. Il merito è di sinistra, la qualità è di sinistra, il talento è di sinistra. Io voglio stare dalla parte dell'uguaglianza non dell'egualitarismo», ha continuato il premier.

«Ora dobbiamo chiedere conto della promessa di Juncker sul piano di 300 mld e noi chiederemo di essere molto puntuale. Noi i soldi sappiamo dove metterli: nell' edilizia scolastica, nella banda larga e nelle opere contro il dissesto. Noi sappiamo dove metterli ma devono essere investimenti slegati dalla cultura del rigore del patto di stabilità», ha proseguito Renzi, aggiungendo che il governo «verificherà» anche che i soldi dati dalla Bce alla banche «agevoli veramente le imprese».

La riforme non sono, «come ha sostenuto qualcuno, inutili, insignificanti, anzi uno scandalo, noi portiamo avanti, sia pure con modifiche, la legge elettorale e la riforma costituzionale, dimostriamo che la politica sa decidere», ha affermato Renzi. Il fatto che entro le prossime settimane si esaminerà in seconda lettura la legge elettorale e la riforma costituzionale rappresenterà il segnale che finalmente la politica sa decidere. E chi ha votato in prima lettura queste riforme ha restituito dignità alla politica, ha proseguito Renzi. «Con le riforme vorei prendere un impegno: io non mollo di mezzo centimetro», ha scandito il premier.

«La politica è occuparsi delle cose belle e non delle poltrone. Se questo è il tempo della politica e non dei tecnici, il Pd deve trovare il modo di stare insieme. Noi abbiamo la responsabilità di guidare il cambiamento in Europa e attuare il cambiamento in Italia e quindi per primi dobbiamo cambiare noi», ha affermato Renzi.

«Dobbiamo guardarci dentro, abbiamo la forza e la ricchezza. Voglio ringraziare tutti e anche chi mi ha preceduto: Epifani che ha gestito il partito dopo la botta elettorale, Veltroni, Franceschini e un ringraziamento particolare, doppio a Bersani. Con Bersani la discussione è sempre aperta, ci ha fatto prendere un bel coccolone l'anno scorso, ma poi abbiamo scoperto il solito Bersani grintoso anche troppo. Sono felice di essere il segretario di un partito pluarale», ha continuato Renzi.

«Rendiamo omaggio a questo grande italiano che è Giorgio Napolitano, che ha dovuto subire una campagna indecente e indecorosa», ha detto ancora, tra gli applausi, il premier che ha ricordato come siano state le stesse forze parlamentari, Pd compreso, a chiedere a Napolitano di essere rieletto per poter realizzare quelle riforme che fino ad allora non erano riusciti a fare.

«Venerdì faremo la nuova segreteria del partito», ha poi annunciato il premier e segretatario del Pd, parlando con i militanti che lo hanno accolto al suo arrivo alla Festa dell'Unità. Quindi dal palco ha aggiunto: «Ci sono due paletti: io da solo non ce la faccio e l'altra condizione è che i veti non sono accettabili. Non possiamo passare tempo a litigare. Propongo una segreteria unitaria, dove responsabilità in capo a tutti».

«C'è qualche difficoltà, ma sono bravi ragazzi. L'importante è che non litighino e che dopo si vada tutti d'amore e d'accordo», ha poi rilevato Renzi a proposito della sfida delle primarie del centrosinistra dell'Emilia-Romagna che vede faccia a faccia due renziani come Stefano Bonaccini e Matteo Richetti. «Roberto, Stefano e Matteo hanno organizzato un bel casino, ma lo faranno con grande stile e il giorno dopo saranno uno per tutti e tutti per uno». Con questa battuta poi Renzi si è riferito ai candidati alle primarie Balzani, Bonaccini e Richetti, che il 28 settembre si sfideranno per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna.

La Festa nazionale dell'Unità di Bologna ha tributato poi un lungo applauso a Vasco Errani, il presidente dimissionario dell'Emilia-Romagna, quando Renzi lo ha nominato dal palco: «Errani - ha detto il premier - ha messo la sua dignità come elemento non in discussione facendo un passo indietro che non era tenuto a fare: questo popolo - ha detto ad Errani - ha una stima e una fiducia che non verrà mai meno». All'applauso della festa, Errani si è visibilmente commosso.

Renzi, Valls e Sanchez hanno pranzato al ristorante Bertoldo, storico stand della Festa dell'Unità di Bologna, dove si è radunata anche grande folla. Al pranzo anche i ministri Federica Mogherini, Marianna Madia, Roberta Pinotti, il sottosegretario Sandro Gozzi, il vice segretario del Pd Debora Serracchiani e il presidente del Pd Matteo Orfini.

Il premier e il leader del Psoe hanno trovato il tempo anche di scambiare due chiacchiere sulla comune passione calcistica, durante la passeggiata lungo i viali della festa dell'Unità di Bologna. Sanchez, grande tifoso dell'Atletico Madrid, ha chiesto a Renzi un parere sul neoacquisto dei colchoneros campioni di Spagna, ovvero Alessio Cerci, preso dal Torino, ma ben conosciuto da Renzi visti i suoi trascorsi nella Fiorentina.