Renzi a Berlino, Merkel: sono colpita, cambiamento strutturale. Il premier: non sforeremo parametri Ue

Renzi e Merkel a Berlino (foto Markus Schreiber - Ap)
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Lunedì 17 Marzo 2014, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 09:31

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato oggi a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel.

«Sono rimasta veramente impressionata, si tratta di un cambiamento strutturale», ha detto Merkel nella conferenza stampa congiunta con il presidetne del Consiglio al termine del vertice. «Abbiamo esaminato tutti gli aspetti delle riforme e devo dire che gli auguro molta fortuna e coraggio, è un messaggio di cui ci rallegriamo tutti», ha aggiunto la cancelliera. Le riforme proposte dal governo Renzi in materia di lavoro «vanno nel verso giusto», ha poi rilevato Merkel sottolineando. Le riforme possono portare ottimismo, ma anche malumore» e nella loro fase iniziale, il percorso è «difficile», ha affermato ancora la cancelliera.

«Renzi ha detto che le regole del patto di stabilità hanno validità. Non ne dubito e sono certa che sarà realizzato giorno per giorno», ha detto ancora Merkel, che ha ricevuto da Renzi una maglia viola con il numero 33 del calciatore della Fiorentina Mario Gomez, attaccante anche della nazionale tedesca.


«È stata un'occasione per illustrare un processo di riforme molto ambizioso e coraggioso», ha sottolineato il premier riferendosi al vertice con Merkel. «L'Italia deve smettere di pensare che le riforme vanno fatte perché ce lo chiede Bruxelles o Berlino o altre capitali.

Le facciamo perché sono giuste per noi».

«L'Italia non chiede di sforare i limiti di Maastricht», ma intende «rispettare tutti i limiti», ha poi ribadito il Renzi. «Il percorso che ci attende cambierà il livello istituzionale in Italia. Le riforme devono essere fatte subito anche se il governo ha come orizzonte il 2018», ha sottolineato il premier. «Noi vogliamo puntare in alto con riforme strutturali», ha aggiunto. «Non misure una tantum, ma misure irreversibili di cambiamento», ha poi ribadito Renzi, descrivendo gli interventi in cantiere.

Merkel, ha sostenuto il premier, «non ha bisogno di conoscere le coperture. Sa benissimo che ci sono, come lo sanno gli italiani perché le abbiamo illustrate in conferenza stampa. Scherzando la Cancelliera mi ha detto "qui non ci sono slide". L'eco della nostra presentazione è arrivata anche qui a Berlino».

«Le regole ce le siamo date insieme e sono importanti ma occorre avere la forza di investire sul grande problema dell'Italia: con le misure di questi anni il rapporto debito/pil è cresciuto al 132% perché, nonostante l'avanzo primario, il nostro problema è la mancata crescita», ha proseguito Renzi. «Siamo convinti che l'Italia deve fare le riforme» ma anche «restituire ai propri cittadini la possibilità di credere che l'Ue non è la causa ma la soluzione dei problemi. Quei partiti che lo dicono sbagliano», ha detto ancora il premier.

«La pretesa di creare posti di lavoro attraverso una legislazione molto precisa, restrittiva è fallita. Ora bisogna cambiare le regole del gioco», ha poi affermato il presidente del Consiglio, tornando a definire la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, italiana a livelli «inaccettabili».

«Dobbiamo cambiare le regole del gioco, come una squadra che perde per cinque anni tutte le partite: è chiaro che deve cambiare qualcosa», ha aggiunto il premier. «Non so perché si pensi che in Italia abbia creato dissensi il jobs act, forse è successo in alcune parti del sindacato», ha aggiunto rispondendo ad una domanda dei cronisti sottolineando: «Il vero dissenso sta nel fatto che la disoccupazione giovanile è oltre il 40% e quella, generale, è raddoppiata negli ultimi sei anni. Sono percentuali inaccettabili», ha ribadito il primo ministro italiano.

«Nel modello delle politiche del lavoro della Germania troviamo un punto di riferimento: lo dico dopo aver visto risultati e lo dico pensando che noi abbiamo deciso subito un primo passo con un dl e un ddl», ha proseguito Renzi a Berlino spiegando che «finora la strategia per creare lavoro non andava bene».

«Se l'Italia fa bene il suo mestiere è un bene non solo per l'Italia. In questi anni Merkel è stata descritta male ma non è nemico», aveva detto Renzi, in un'intervista a Quinta Colonna registrata prima di partire per Berlino. «Non c'è una concessione che dobbiamo chiedere, a me interessa avere un rapporto alla pari», aveva aggiunto.

«Mettendo 80 euro in tasca c'è un valore economico di far ripartire il mercato interno. Cerchi di uscire dalla recessione di questo periodo, dai un messaggio di giustizia sociale. Non risolve la crisi, ma è un messaggio che l'Italia può respirare, dà un messaggio di serenità all'intera economia», aveva poi sottolineato Renzi.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfang Schaeuble promuove l'obiettivo del nuovo governo italiano di accelerare il tempo delle riforme per aumentare produttività e crescita in Italia, ma mette in guardia da rinvii sul consolidamento delle finanze statali. Lo si legge in un comunicato diffuso dopo il bilaterale con Padoan.

«Il colloquio tra i due ministri delle Finanze si è svolto in un'atmosfera costruttiva», si legge nella nota. «Il ministro tedesco ha salutato favorevolmente l'obiettivo del governo italiano di accelerare il tempo delle riforme per aumentare produttività e crescita e ridurre l'altra disoccupazione giovanile. È però anche giusto - conclude la nota - che il consolidamento delle Finanze statali attraverso le riforme strutturali non sia rinviato».

Renzi ha salutato Merkel, prima di essere accolto dagli onori militari nell'atrio della cancelleria, e ai giornalisti che lo chiamano risponde scherzando: «Chi siete? Siete italiani?...». Subito dopo Renzi e la cancelliera si sono lasciati immortalare da fotografi e operatori.

Al vertice intergovernativo hanno partecipato anche i ministri degli Esteri, Federica Mogherini, dell'Economia, Pier Carlo Padoan, del Lavoro, Giuliano Poletti, dei Trasporti, Maurizio Lupi, dello Sviluppo, Federica Guidi, e della Difesa, Roberta Pinotti. In serata cena nella sede del Governo tedesco con una rappresentanza di industriali dei due Paesi, compresi i due presidenti delle associazioni degli industriali, Giorgio Squinzi e Ullrich Grillo.

Confindustria e l'organizzazione degli industrili tedeschi (Bdi) hanno sottoscritto un appello ai rispettivi governi in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo in cui esortano a sollecitare il Consiglio europeo a:

«sostenere l’obiettivo di incrementare il contributo dell’industria al 20% del pil dell’UE entro il 2020, attraverso la definizione di un’ambiziosa e coerente strategia di politica industriale che includa una nuova governance industriale europea capace di dare una chiara priorità alla competitività e di porla al centro di tutte le politiche dell’Ue; porre la competitività industriale al centro del nuovo pacchetto energia e clima 2030, adottando un approccio integrato che prenda in considerazione i tre pilastri della politica energetica: sostenibilità, competitività e sicurezza delle forniture; sostenere un’importante agenda di liberalizzazione commerciale, per prima cosa intensificando gli sforzi per raggiungere un ambizioso accordo commerciale con gli Stati Uniti».