Renzi: «Chi parla di deriva autoritaria è pigro. Mezza Europa copierà nostra legge elettorale. Sulla scuola si gioca il futuro»

Renzi: «Chi parla di deriva autoritaria è pigro. Mezza Europa copierà nostra legge elettorale. Sulla scuola si gioca il futuro»
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Lunedì 23 Marzo 2015, 18:06 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 12:43

«Vorrei togliermi un sassolino: deriva autoritaria delle riforme è il nome che taluni commentatori e professori un po' stanchi danno alla loro pigrizia. Lo dico con il massimo rispetto...». Così il premier Matteo Renzi intervenendo alla Luiss School of government a Roma.

«Chi è legittimato a decidere non è un dittatore perché se non prende decisioni consegna il Paese alla palude», ha sottolineato ancora Renzi. «Decidere, se legittimati a farlo, è democrazia. Tradisce la fiducia chi passa il tempo a vivacchiare senza che l'Italia abbia le riforme necessarie».

«Passiamo per il governo dei comunicatori ma ritengo che il governo non sia stato bravo a comunicare quello che ha fatto.

Rovescio l'assunto: il governo ha fatto molto di più di quello che ha comunicato. E questo lo considero un errore clamoroso», ha sostenuto Renzi. «Chi fa più di quello che comunica nella politica di oggi sta sbagliando tutto perchè comunicazione è il modo di entrare in rapporto con i cittadini che sono i controllori, punto di riferimento fondamentale».

«L'Europa ha un sistema di governance che definire allucinante è fargli un complimento - ha poi osservato Renzi -. È un sistema che nasce da una grande intuizione che parte da carbone e acciaio, con il buon senso dei padri fondatori, e ora vede una serie di norme e cavilli, la cui rigida applicazione porterebbe alla paralisi».

«L'Europa non si cambia con gli insulti, ma stando dentro e cercando di prendere piano piano il volante», ha quindi aggiunto il presidente del Consiglio. «Il nostro Governo si è speso perché ci fosse più flessibilità. Se non ci fosse stata la flessibilità la Germania sarebbe ancora divisa in due».

«L'Italia dei prossimi 50-100 anni sarà fatta non dalla riforma del lavoro, che difendo, o dalla riforma della Pubblica amministrazione, su cui ci giochiamo molto, o dalle riforme istituzionali, ma sul modello educativo. Su questo ci giochiamo una delle chance di essere superpotenza mondiale», ha detto poi il premier. «C'è bisogno di una scommessa sulla scuola», ha aggiunto.

«Il luogo comune per cui tutte le università sono uguali, è chiaramente una finzione», ha poi detto Renzi che al suo arrivo nella sede della Luiss di viale Romania a Roma ha salutato i ragazzi che lo aspettavano assiepati sulle transenne e si è fatto alcuni selfie con gli studenti.

«Tra cinque anni la nostra legge elettorale sarà copiata da mezza Europa». È poi la scommessa che il premier fa con gli studenti della Luiss, parlando dell'Italicum, la legge elettorale all'esame del Parlamento.

«Sono maturi i tempi perché l'articolo 49 della Costituzione conosca una sana e seria legge di applicazione», viste anche le «conseguenze per la vita interna dei partiti» della nuova legge elettorale, ha detto ancora Renzi.

«La penso come Umberto Eco: i Promessi sposi andrebbero proibiti per legge. Perché, se così fosse, tornerebbe il fascino per un capolavoro assoluto», ha affermato ancora Renzi parlando con gli studenti della Luiss.

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