Renzi in Senato: Ue volta pagina, spinta per crescita è vittoria italiana

Matteo Renzi
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Mercoledì 22 Ottobre 2014, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 21:37

Il premier Matteo Renzi chiede più coraggio alle nuove istituzioni europee e non vede arrivare minacce da Bruxelles alla legge di stabilità: i chiarimenti sulla manovra, che vanno avanti anche in queste ore, per il premier sono «naturali» e non ci sono «diktat esterni».

Con la nuova commissione l'Europa volta pagina, spiega aggiungendo che questa ha bisogno di maggiori informazioni prima di potersi fare un'idea chiara delle misure. E ha per questo chiesto al Governo italiano un aiuto per capire il suo piano di bilancio 2015. Aiuto che, per ora, è arrivato sotto forma di una videoconferenza tra funzionari della direzione generale per gli affari economici della Commissione Ue e tecnici italiani. Ma la richiesta di informazioni, precisa la Commissione stessa, «non pregiudica affatto il giudizio finale sulla legge».

La fase è ancora transitoria: in base alle regole, la Commissione aveva tempo fino ad oggi per 'consultarè quei Governi le cui manovre destano le maggiori preoccupazioni.

Italia e Francia sono in cima alla lista. Un primo passo per avvertirli che i loro piani non sono in linea con gli impegni presi e deviano dalle raccomandazioni europee sui bilanci di giugno. Ma la consultazione è anche un modo per capire se i Governi sono disposti, oltre che a spiegare, anche a compiere qualche passo in più, avvicinandosi alle aspettative di Bruxelles. Per questo, come ha spiegato Simon ÒConnor, portavoce del commissario agli affari economici Jyrki Katainen, «le consultazioni in corso in queste ore sulla legge di stabilità non pregiudicano il giudizio finale della Commissione», ovvero non significa che sarà «necessariamente negativo».

Tanto che lo stesso premier Renzi, alla Camera, cerca di placare i timori: «In queste ore a fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla legge di stabilità si dice 'arriva la lettera della Uè, cosa che fa evocare chissà quali procedure, messaggi o minacce». Ma tutto questo «è naturale», spiega il presidente, che per il futuro vorrebbe che le nuove istituzioni europee «mostrassero un pò più di coraggio e l'orgoglio di appartenere a questa comunità» che è l'Europa. E la strada sembra quella giusta, visto che, osserva, «ci sono tutte condizioni perchè una volta che dalla settimana prossima a Bruxelles si siano cambiate le poltrone, si possano cambiare anche le politiche, per una Europa non burocratica» in cui «l'Italia sta a testa alta».

Renzi non è il solo ad auspicare un cambio di rotta con la nuova Commissione, perchè anche la Francia, che ha piazzato un suo commissario agli affari economici, spera di vedere una maggiore flessibilità a partire dal primo novembre. Ma il presidente Jean Claude Juncker smonta le aspettative: «Non ci sono due Commissioni ma una sola, un'unica voce» nelle valutazioni dei progetti di bilancio. Perchè, spiega, «con Barroso ci siamo messi d'accordo per non dare possibilità a chi vuol fare emergere una differenza di opinioni tra noi», quindi «ogni decisione in materia di bilancio avrà avuto il mio assenso preventivo». E le decisioni in questione, ha precisato Barroso oggi, saranno prese applicando sì la flessibilità, ma «guardando soprattutto al deficit strutturale più che a quello nominale». Una cattiva notizia per l'Italia che sulla bozza di legge ha segnato uno 0,1%, considerato insufficiente visto che a giugno le veniva chiesto lo 0,7%.

Non stupisce l'interpretazione di Barroso, condivisa da Juncker: «Invito i colleghi che criticano l'austerità ad abbandonare l'idea che si possa crescere con deficit e debito. Non è così. Se così fosse, oggi l'Europa avrebbe la più alta crescita al mondo, così non è». E mentre per il momento la Commissione prosegue i chiarimenti informali ma tiene in sospeso le contestazioni più formali, che pure aveva già pronte, domani i leader Ue si riuniranno a Bruxelles per il vertice dove le leggi di stabilità, non all'ordine del giorno, saranno quantomeno il convitato di pietra.

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