Legge elettorale, accordo Renzi-Berlusconi: favorirà i partiti maggiori

Matteo Renzi dopo l'incontro con Berlusconi
di Mario Stanganelli
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Domenica 19 Gennaio 2014, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 13:17
Preparato da una fitta sequenza di incontri tra gli sherpa delle due parti, l’accordo sulla legge elettorale tra Renzi e Berlusconi ha visto la luce nelle due ore e mezzo del discusso incontro tra i leader di Pd e FI. In una conferenza stampa lampo, precedendo il comunicato del Cavaliere, Renzi ne ha indicato gli elementi portanti su cui - ha detto - c’è stata «profonda sintonia» con il suo interlocutore. Sulla legge elettorale l’orientamento è per un modello «che favorisca la governabilità, il bipolarismo ed elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli». Per i particolari Renzi ha rinviato alla direzione del Pd di lunedì pomeriggio a cui verrà presentato il testo della proposta. Nel frattempo, si continuerà a lavorarci, «aperti al contributo di chi vorrà starci». Gli altri due punti nodali dell’accordo raggiunto riguardano il superamento del bicameralismo paritario e la riforma del Titolo V della Costituzione.



INDENNITÀ

E’ prevista, ha detto Renzi, «la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie, con il paletto che non ci sia un’indennità per i senatori, non ci sia la loro elezione diretta e che non voteranno la fiducia al governo». Quanto al Titolo V, il segretario dem ha annunciato che si procederà sia con una riforma «di natura costituzionale» sia con interventi destinati alla diminuzione dei costi della politica come la riduzione dei rimborsi ai gruppi regionali. Renzi ha inoltre sottolineato la «sintonia» riscontrata con Berlusconi anche «sull’apertura ad altri partiti politici del confronto che si svolgerà nei prossimi giorni». Concetto, questo, ribadito nella nota del leader di FI, nella quale si auspica che la legge elettorale - che il Cavaliere vede orientata «al consolidamento dei grandi partiti in un’ottica di semplificazione dello scenario politico» - «possa essere largamente condivisa attraverso il fattivo contributo di tutte le forze politiche in Parlamento».



L’APPOGGIO DI FI

Quanto all’atteggiamento di Forza Italia, partito oggi all’opposizione, Berlusconi riferisce che, «pur ribadendo le critiche all’azione dell’esecutivo e auspicando di poter al più presto ridare la parola ai cittadini, ho garantito al segretario Renzi che FI appoggerà in Parlamento le riforme volte a semplificare l’assetto istituzionale del Paese.
In particolare quelle relative alla trasformazione del Senato e alla modifica del Titolo V della Costituzione». Rivendicata la sintonia di queste riforme con quelle perseguite nel 2006 dal centrodestra ma bocciate dal referendum popolare, il Cavaliere si dice «lieto di prendere atto oggi del cambiamento di rotta del Partito democratico» ed esprime la «soddisfazione di Forza Italia per il metodo scelto dal Pd per avviare un rapido e costruttivo confronto sulle riforme istituzionali».
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