INDENNITÀ
E’ prevista, ha detto Renzi, «la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie, con il paletto che non ci sia un’indennità per i senatori, non ci sia la loro elezione diretta e che non voteranno la fiducia al governo». Quanto al Titolo V, il segretario dem ha annunciato che si procederà sia con una riforma «di natura costituzionale» sia con interventi destinati alla diminuzione dei costi della politica come la riduzione dei rimborsi ai gruppi regionali. Renzi ha inoltre sottolineato la «sintonia» riscontrata con Berlusconi anche «sull’apertura ad altri partiti politici del confronto che si svolgerà nei prossimi giorni». Concetto, questo, ribadito nella nota del leader di FI, nella quale si auspica che la legge elettorale - che il Cavaliere vede orientata «al consolidamento dei grandi partiti in un’ottica di semplificazione dello scenario politico» - «possa essere largamente condivisa attraverso il fattivo contributo di tutte le forze politiche in Parlamento».
L’APPOGGIO DI FI
Quanto all’atteggiamento di Forza Italia, partito oggi all’opposizione, Berlusconi riferisce che, «pur ribadendo le critiche all’azione dell’esecutivo e auspicando di poter al più presto ridare la parola ai cittadini, ho garantito al segretario Renzi che FI appoggerà in Parlamento le riforme volte a semplificare l’assetto istituzionale del Paese.
In particolare quelle relative alla trasformazione del Senato e alla modifica del Titolo V della Costituzione». Rivendicata la sintonia di queste riforme con quelle perseguite nel 2006 dal centrodestra ma bocciate dal referendum popolare, il Cavaliere si dice «lieto di prendere atto oggi del cambiamento di rotta del Partito democratico» ed esprime la «soddisfazione di Forza Italia per il metodo scelto dal Pd per avviare un rapido e costruttivo confronto sulle riforme istituzionali».
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