Renzi si blinda con Berlusconi: insieme per la legge elettorale

di Marco Conti
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Domenica 3 Agosto 2014, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 09:41
dal nostro inviato

Marco Conti

IL CAIRO E’ un segnale importante di stabilit del sistema che Silvio Berlusconi sieda al tavolo della legge elettorale, cos come ha partecipato a quello delle riforme istituzionali.

L’aereo della presidenza del Consiglio ha preso quota e lasciato l’aereoporto del Cairo da più di un’ora quando Matteo Renzi si affaccia nello scomparto dell’Airbus che ospita i giornalisti. Missione veloce al Cairo per incontrare - da presidente dell’Unione europea - il neo eletto presidente Al Sisi e il primo ministro Ibrahim Mahlab e i giornalisti (tutti paganti) assediano il presidente del Consiglio che risponde alle domande con la spavalderia e l’ironia di sempre.



AVANTI SPEDITI

«Solo qualche settimana fa chi l’avrebbe detto che avremmo dato un giorno di vacanza al Senato». Ed invece «sulle riforme si va avanti più spediti di quanto si poteva immaginare, abbiamo già votato 5700 emendamenti sui circa 8 mila presentati». «Questa è una grande riforma, purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di spiegarla», sostiene Renzi il quale ricorda che contiene anche «tempi certi per l’approvazione di una legge». Tempi sicuri anche sulla sua approvazione definitiva che il premier ipotizza «per il primo semestre del 2015»e poi «bisognerà fissare la data del referendum». Si corre, quindi, anche perchè, come ipotizzano al ministero delle Riforme della Boschi, torneranno al Senato solo le parti modificate dalla Camera. Poi i tre mesi di pausa e poi l’ultimo giro.



Nel frattempo si farà la legge elettorale che verrà approvata «prima della fine dell’anno». E’ questo il tema nell’agenda dell’incontro con Berlusconi.



I NODI DA SCIOGLIERE

Renzi non ha modelli definitivi in tasca. «Si parte dall’Italicum» e si affrontano i problemi della parità di genere, delle eventuali preferenze e del premio di maggioranza da dare alla coalizione o al partito. «Per me va bene tutto.Noto che quando Bersani e Berlusconi discutevano di legge elettorale, il primo voleva dare il premio alla coalizione e il secondo al partito». Ora lo schema sembra capovolto e il presidente sa che i centristi della maggioranza sono in ansia e temono una legge elettorale che li costringa a tornare nelle braccia del Cavaliere.

Renzi non sembra curarsi del ”dettaglio” e sorvola anche sugli sbarramenti «che potrebbero essere ridotti a due», oppure «si potrebbe fare come dice Giachetti», ovvero tornare al Mattarellum: «Certo con un premio che scatta al 40% e le preferenze dal secondo in lista, avremo una legge al bacio - chiosa sorridendo - in questo modo con il 55% dei seggi e una Camera in meno, si governa un Paese».



MISS PESC

Soddisfatto è dir poco e i sassolini Renzi ha imparato ad accumularli nelle scarpe. Come quelli sulla nomina della Mogherini a miss Pesc: «Vediamo come va a finire - sorride sornione - per ora abbiamo raccolto tutti i commenti e i twitter fatti dopo il 16 luglio». Convinto di spuntarla, Renzi scherza quando gli viene chiesto se ci sono problemi in vista per l’appuntamento del 30 agosto a Bruxelles: «L’unico problema è che il Consiglio coincide con Roma-Fiorentina».



Non solo. Renzi ne ha anche per chi polemizza sugli 80 euro. Nessuna retromarcia. Anzi, «sono ormai una riduzione delle imposte acquisita» ribatte ripetendo anche che «non ci sarà una manovra correttiva» e che lo spread basso compensa la scarsa crescita del pil. Sedici miliardi dalla spending review, e altri tagli basteranno per Renzi a compensare le nuove spese.



NIENTE FI NEL GOVERNO

L’incontro con Berlusconi «è previsto per la settimana prossima, ma non so se martedì», precisa Renzi che mentre loda il Cavaliere per aver mantenuto gli impegni rifiuta qualunque tipo di sostegno nell’azione del governo, anche quello ipotizzato dall’azzurra Gelmini «per dare un choc all’economia». «Non c’è bisogno di nessuno choc ma di fare le cose che abbiamo promesso» e che verranno ribadite nel programma del mille giorni. «D’altra parte - aggiunge - Berlusconi me lo ha detto sin da primo giorno: ”accordo sulle riforme istituzionali, ma sul resto sarà guerra”».



CENE DI AUTOFINANZIAMENTO

Il presidente del Consiglio ammette che i dati sulla crescita non sono ancora buoni, ma sottolinea che «alcuni dati sono contrastanti», che comunque «piano piano stiamo uscendo dalla crisi». Per interrompere la conversazione e farlo tornare al suo posto mentre l’aereo sorvola la Grecia, basta poco. «A settembre il Pd organizzerà un paio di cene elettorali all’americana per finanziare il partito», annuncia Renzi. «Insieme a Chiti?», proviamo a suggerire. La tendina si chiude. Renzi torna al suo posto.