Un’intervista a Repubblica di Matteo Renzi innesca uno scontro tutto interno alla coalizione di governo tra il sindaco e il vicepremier Alfano. Osservato che i democrat hanno 300 deputati e il Ncd 30, il candidato alla segreteria di Largo del Nazareno avverte tutti che d’ora in avanti l’agenda del governo la detterà il Pd e, in mancanza delle necessarie riforme, addio maggioranza. Secca la replica del segretario dell’ex Pdl: «Se Renzi ha l’obiettivo di prendere la sedia di Letta lo dica con chiarezza senza girarci attorno come si faceva con la vecchia politica». Alfano abbozza anche una spiegazione dell’atteggiamento del sindaco: «Renzi le spara grosse per arrivare primo per voti e votanti alle primarie. Per fortuna la corsa si chiude tra una settimana», conclude il vicepremier, che al Tg2 dice di «non essere preoccupato» dalle dichiarazioni di Renzi. Il quale, da Venezia, ribatte: «Caro Alfano noi non pensiamo alle poltrone, ma al bene del Paese, dell’Italia».
A dire il vero, l’intervista di Renzi ha sollevato preoccupazioni anche all’interno del Pd.
Quanto all’osservazione renziana sulla disparità nei numeri, Lupi soggiunge: «Se i 300 deputati pd (e non senatori) fossero stati così sufficienti, allora perché Bersani non ha fatto il governo?». Sullo stesso argomento replica anche il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello: «Dell’Ncd c’è un peso specifico e c’è anche un peso politico. Noi pensiamo di dover esercitare il peso specifico e il peso politico». Un altro membro del governo come Beatrice Lorenzin sposta la discussione con Renzi sul piano delle «proposte concrete che il Nuovo centrodestra ha fatto per confrontarti con Letta e Alfano su un atto di governo fino al 2015. Ora - sostiene il ministro della Salute - meno dichiarazioni e più fatti: dicci chiaramente se vuoi un patto per il bene dell’Italia o se vuoi assumerti la responsabilità del voto a marzo».