Vitalizi, oltre 200 ex consiglieri regionali ne hanno due. Nel Lazio 31 con la doppia pensione

Vitalizi, oltre 200 ex consiglieri regionali ne hanno due. Nel Lazio 31 con la doppia pensione
di Jacopo Orsini
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Domenica 26 Ottobre 2014, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 18:36

«Hanno cose da farsi perdonare». Sferzante e sarcastico come al solito, il premier Matteo Renzi ha scelto un bersaglio facile da attaccare negli ultimi giorni: le Regioni sprecone. Tutti ricordano gli scandali di Franco Batman Fiorito, Vincenzo Maruccio e i soldi buttati per comprare suv e mutande verde leghista. Ma ci sono anche tanti privilegi, più nascosti, che resistono nonostante tutti gli annunci di tagli e le continue promesse di risparmi. Fra i più incredibili, per quanto perfettamente legali, c’è sicuramente quello del doppio vitalizio.



Sono un esercito gli ex consiglieri regionali campioni della doppia (e a volte anche tripla e quadrupla) pensione. Il conto preciso è complesso, perché bisognerebbe incrociare gli elenchi, ancora non tutti pubblici nonostante le battaglie dei radicali e del Movimento 5Stelle, di migliaia di ”pensionati” di 20 consigli regionali con le altre centinaia del Parlamento. Una stima però si può tentare partendo dal Lazio: incrociando l’elenco di chi è stato deputato (leggi tutti i nomileggi tutti i nomi o senatore (leggi tutti i nomi) con quelli degli ex consiglieri regionali (leggi tutti i nomi), si trovano 31 privilegiati che incassano ogni mese due assegni che valgono da un minimo di 5.200 euro netti a un massimo di 11.500 euro sempre netti.



I SUPERASSEGNI

Il più fortunato è Oreste Tofani, classe ’46, di Alatri, provincia di Frosinone, ex sindacalista della Cisnal: è stato in Regione fra gli anni’80 e ’90 e poi deputato di An e Pdl. Una carriera che gli è valsa una pensione dorata da 11.554 euro netti al mese. Subito dopo si piazza un altro ex An (e poi Pdl), Domenico Gramazio, 67 anni. Il più ”povero” fra i privilegiati del doppio vitalizio è l’ex socialdemocratico Robinio Costi, classe ’43, che ogni mese si deve accontentare di 5.291 euro netti.



In Veneto la doppietta sono riusciti a farla almeno in 19: nella lista ci sono l’ex deputato del Pci e Pd ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il verde Michele Boato e il leghista Franco Rocchetta. Dunque 47 in sole due regioni, che portano a stimare il totale delle doppie pensioni a una cifra oltre quota 200.



Nel Lazio, fra i 28 magnifici pensionati ce ne sono poi almeno tre - l’ex Margherita poi Pd Fabio Ciani, l’ex repubblicano Mario Di Bartolomei e l’ex missino e poi An Giulio Maceratini - che sono stati anche eurodeputati. E quindi, se hanno versato i contributi, di assegni ne dovrebbero portare a casa addirittura tre. La lista degli eurovitalizi, a differenza di quella di quella di Camera e Senato, che in questo sono molto trasparenti, non è però pubblica. La scusa per tenerla segreta sono presunte ragioni privacy di chi incassa l’assegno, nonostante si stia parlando di soldi pubblici.



Da tagliare insomma nelle Regioni c’è ancora parecchio. Grazie anche alla spinta portata prima dai radicali e poi dall’arrivo dei grillini, qualcosa tuttavia negli ultimi anni si è mosso. I vitalizi per esempio sono stati aboliti, anche se solo per il futuro (nel Lazio incredibilmente si può ancora incassare l’assegno a 50 anni). E ora si sta studiando qualche altro taglio: si punta a intervenire in maniera coordinata in tutte le regioni per tassare le pensioni in modo progressivo. E fra le ipotesi c’è quella di ridurre gli assegni di un ulteriore 40% proprio a chi porta a casa due vitalizi. Ma la battaglia sarà ancora lunga e l’esito parecchio incerto.



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